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A San Marco Argentano la scoperta di una splendida tomba ellenistica

A San Marco Argentano la scoperta di una splendida tomba ellenistica

Si sono concluse nei giorni scorsi le attività di scavo che hanno portato, in località Cappasanta, nel territorio di San Marco Argentano, all’individuazione di una sepoltura in fossa terragna databile alla fine del IV secolo a.C. L’intervento, condotto sotto la direzione scientifica della Soprintendenza ABAP per la provincia di Cosenza, è stato eseguito nell’ambito di un procedimento di archeologia preventiva per la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili.

All’interno della fossa, priva di copertura, è stato rinvenuto il corpo di una donna adulta e, con ogni probabilità, di un bambino. La datazione è stata possibile grazie al corredo funerario composto da ceramiche e oggetti di ornamento. Tra questi, vasi in tecnica a figure rosse – tipica della produzione magnogreca tra V e IV secolo a.C. – in cui il fondo veniva verniciato di nero, mentre le figure restavano nel colore naturale dell’argilla e venivano definite con tratti di vernice nera, senza incisioni.

Accanto ai vasi è stata rinvenuta anche una fibula in bronzo, un fermaglio utilizzato per fissare le vesti, oggetto d’uso ma anche segno di eleganza e distinzione sociale, spesso presente nei corredi funerari di età ellenistica. La presenza della piccola moneta deposta accanto al corpo richiama invece l’antica consuetudine dell’obolo di Caronte, il tributo che, secondo la credenza greca, accompagnava il defunto nel viaggio verso l’aldilà, in un gesto di pietà e di continuità tra la vita e ciò che viene dopo.

Il responsabile dello scavo, Damiano Pisarra, funzionario archeologo della Soprintendenza, ha spiegato in un video che lo status sociale della defunta doveva essere elevato, come indicano la qualità e la varietà del corredo, e che ulteriori analisi antropologiche in laboratorio chiariranno meglio la composizione del sepolcro.

L’intervento è stato condotto da archeologi e restauratori per documentare con la massima accuratezza il contesto e garantire il corretto recupero dei reperti, che saranno appunto sottoposti a studio e conservazione.

Questo ritrovamento rende ancora più prezioso il racconto archeologico del territorio di San Marco Argentano, erede dell’antica Argentanum, centro enotrio e poi bruzio, situato lungo le direttrici che collegavano lo Ionio al Tirreno: una terra attraversata da culture e commerci che ancora oggi ne definiscono l’identità.

di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)

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