Amanti del mito, è in Calabria il Cavallo di Troia costruito da Epeo

Sarà mai esistito il Cavallo di Troia? Si narra dell’idea di Ulisse, che lo concepì come stratagemma per porre fine a dieci anni di assedio, ma che divenne il simbolo dell’inganno più famoso di tutti i tempi. Un enorme corpo ligneo lasciato davanti alle mura di Troia, al cui interno si nascondevano uomini pronti all’attacco. Il racconto dell’episodio non è citato nell’Iliade, dove Omero narra le vicende della guerra di Troia, ma compare nell’Odissea, quando Ulisse, accolto da Alcinoo, si commuove ricordando la conquista della città. È però nel secondo libro dell’Eneide che Virgilio offre la versione più completa, affidando ad Enea, in fuga dalla città in fiamme, il racconto della distruzione a Didone, regina di Cartagine.
Ma chi lo costruì, questo cavallo? Di Epeo si parla poco, eppure fu lui a progettarlo e costruirlo, prima di approdare nell’antica Enotria. Secondo Strabone e, più tardi, Giustino, dopo la guerra di Troia l’artigiano originario del Parnasso scelse la Calabria come nuova patria e fondò Lagarìa, città fortificata dedicata ad Atena. La collocazione di questo antico sito è da sempre oggetto di discussione: alcuni la individuano nell’attuale territorio di Nocara, altri ad Amendolara, Valsinni o Metaponto. Una serie di indizi emersi dalle ricerche dell’archeologa olandese Marianne Kleibrink ha però portato a riconoscere il sito del Timpone della Motta – nell’area di Francavilla Marittima (CS) – come il luogo più plausibile.


Gli scavi condotti in quell’area hanno restituito reperti che confermerebbero questa ipotesi: uno scalpello e un’ascia rinvenuti nel complesso tombale principale – quest’ultima indicata come lo strumento con cui Epeo avrebbe costruito il cavallo – esempi di utensili presenti nelle tombe degli aristocratici enotri, doni funerari legati alle abilità nella lavorazione del legno e del bronzo. A questi si aggiungono i resti di un altare dedicato ad Atena, elementi che collegano la tradizione letteraria a un preciso contesto storico e territoriale.



È così che proprio a Francavilla Marittima è nata una grande riproduzione lignea del leggendario Cavallo di Troia. L’opera è dedicata infatti a Epeo, il suo mitico costruttore, e nasce per ricordare il legame che unisce Francavilla Marittima all’antica Lagarìa, città della Magna Grecia che la tradizione vuole fondata proprio da lui. Il monumento non è solo un richiamo al mito, ma un modo per riconoscere nell’eredità di Epeo una parte della storia culturale e simbolica del territorio.




Da qui nasce l’iniziativa del Comune di Francavilla Marittima che, attraverso il progetto La Dea Athena ed Epeo di Lagarìa promosso dal Ministero della Cultura e finanziato dal Fondo Nazionale per la Rievocazione Storica, ha voluto restituire visibilità a questo racconto antico con la realizzazione del monumento. La grande scultura è stata collocata all’ingresso del centro storico e inaugurata il 28 ottobre scorso, in una cerimonia con rievocazione storica che ha visto la grande partecipazione di cittadini, amministratori e rappresentanti del territorio, tra cui la consigliera regionale Pasqualina Straface, la sindaca di Amendolara Maria Rita Acciardi, il consigliere comunale di Civita Antonio Luca De Salvo e la dirigente scolastica Maria Carmela Rugiano.


L’area che ospita il monumento è stata intitolata al dottor Gaetano Tursi, già sindaco di Francavilla, ricordato per la visione culturale e l’impegno nella valorizzazione del patrimonio locale. A sottolinearne il significato collettivo, l’assessore Michele Apolito ha ricordato come «il Cavallo di Troia rappresenti un simbolo di apertura e di connessione tra passato e futuro, un segno concreto dell’identità del territorio e della volontà di crescere attraverso la cultura».
Nel suo intervento, Tina Guglielmello, project manager dell’iniziativa, ha definito l’inaugurazione «un tributo alla memoria del sindaco Tursi e alla passione condivisa di una comunità che crede nella cultura come motore di rinascita», mentre il vicesindaco Pino Lucente ha sottolineato come «il Cavallo di Troia rappresenti il risultato di un percorso collettivo che unisce istituzioni e cittadini in un progetto di identità e partecipazione».
L’inaugurazione è parte di una programmazione più ampia di rievocazioni storiche, mostre e attività didattiche che hanno coinvolto le scuole e il tessuto associativo di Francavilla, in un percorso di riscoperta del mito, della storia e dell’identità locale.
di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)


