Approdiamo a Cirò Marina, il comune calabrese con più Bandiere Blu

Riparte, rigorosamente a vela, dagli approdi di Catanzaro la nostra navigazione sostenibile nelle Bandiere Blu calabresi 2023 che, salpata da Trebisacce, è già attraccata a Soverato, Rocca Imperiale, San Nicola Arcella, Isola Capo Rizzuto, Diamante, Roccella Jonica e Praia a Mare. Oggi dalla marina di Catanzaro spinti dalla brezza del grecale lasciamo gli ormeggi con la prua rivolta verso un’altra marina, quella di Cirò. L’arrivo è di quelli importanti, il Comune crotonese di Cirò Marina infatti è quello calabrese che ha issato più volte il vessillo azzurro, ventitré volte per la precisione, ottenendo questo ambito riconoscimento per ventuno anni consecutivi; una terra che, oltre a parlare di viticoltura e logica imprenditoriale di rete fuori dai confini regionali, è indice di elevata attenzione ambientale, di sostenibilità e di straordinaria bellezza naturale e culturale.
Cirò Marina: spiagge dorate, acqua cristallina ma anche storia e cultura
Considerata una delle mete turistiche calabresi per le bellezze e le ricchezze del suo mare, Cirò oltre alla Bandiera Blu ha ottenuto anche quella Verde a riconoscimento dell’attenzione posta al benessere dei più piccoli. Tra le sue spiagge più belle da non perdere quella di Punta Alice, che ti farà sentire come disteso su un letto di soldi per la presenza dei grossi granelli di sabbia d’orata che riflettono la luce solare creando un ambiente aureo dalle acque limpide e circondato da una fitta vegetazione; oltre a quella di Cirò Marina ideale per lunghe e comode passeggiate rinfrescate da immersioni nell’acqua cristallina e dal verde degli alberi.


Abitata dai greci prima e dai romani poi, sul suo territorio è possibile scorgere tutti i segni dell’influsso di queste popolazioni come il Tempio dorico di Apollo Aleo e il borgo romano di Paternum a Torretta di Crucoli che conserva i reperti archeologici dell’epoca; assieme ad una particolare devozione cattolica come testimoniano le recenti scoperte sull’origine della Chiesa di San Cataldo, dedicata al santo patrono del paese che fu anche vescovo di Taranto. Il piccolo ma grande e prezioso museo archeologico di Cirò Marina, ma si sa che “nella botte piccola c’è il vino buono“, custodisce tra le sue sale la storia e l’identità di un territorio un po’ greco e a tratti romano, insomma calabrese, racchiuso su due piani: al primo è possibile visitare un’interessante mostra fotografica sui risultati delle ricerche effettuate nei fondali marini calabresi negli ultimi trent’anni, mentre al secondo piano sono esposti i reperti di metallo e le ceramiche raccolte fin dai primi anni ‘70 dal locale Archeoclub. La ciliegina sulla torta dell’offerta culturale è il calco della statua acrolita del Dio Apollo, esposta per quattro anni negli Stati Uniti al Princeton Museum e ritornata a Cirò nel 2015.


Terra dalla rinomata enogastronomia, tra DOC e IGP
Borgo marinaro ma anche Città del vino, come si può subito osservare dalla presenza di Bacco con capelli simili a grappoli d’uva presente sullo stemma comunale, da ventitré anni (sì, esatto proprio come il numero di bandiere blu conquistate) Cirò vanta una storica tradizione vitivinicola che affonda le sue radici nella Magna Graecia nella coltura del Gaglioppo dal quale si ricava il Cirò DOC. Identificata nell’antica colonia di Krimisa, nella quale si produceva un vino talmente buono da essere offerto ai vincitori dei Giochi Olimpici, oggi il consorzio di produttori e vignaioli di Cirò costituisce un esempio virtuoso di azione sinergica in ottica di rete capace di tutelare e valorizzare un’eccellenza alimentare assieme al suo territorio. Quella di Cirò Marina è una terra particolarmente fertile su cui crescono anche le incredibili Clementine di Calabria IGP, a metà tra l’arancio amaro e il mandarino comune che, ricche di minerali, oltre ad essere consumate in purezza vengono impiegate anche per realizzare deliziose confetture.


di Matteo Cosco
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Foto di copertina: Francesca Liuzzo