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Benvenuta vendemmia

Benvenuta vendemmia

Ai nastri di partenza Chardonnay e Sauvignon blanc, vitigni precoci e quest’anno più degli altri con 10 giorni di anticipo. Via via seguiranno gli altri vitigni a bacca bianca. Si vendemmia già per preservare le pregevoli caratteristiche dei profumi varietali e delle componenti di freschezza olfattiva e gustativa che si ritroveranno nel futuro vino. Nel silenzio dell’alba, se non a notte fonda, con il fresco mattutino parte la raccolta con molta attenzione e tante precauzioni di questi primi grappoli destinati alla spumantizzazione. Quando sorge il sole i grappoli sono già assicurati in cantina per la pigiatura e tutti gli operatori hanno lavorato nelle vigne in condizioni di sicurezza dal caldo rovente di questo mese di luglio. Comincia la Cantina Librandi nei vigneti collinari di Rocca di Neto e di pianura di Cirò marina con i grappoli di Chardonnay per i bianchi secchi da tavola. Grappoli sani, belli, con buon livello di acidità, pH, tenore zuccherino e ottimi parametri analitici, di dimensioni più piccoli per il periodo per un ridotto accrescimento.
Se sotto il profilo sanitario le uve si presentano sane, esenti da ogni malattia, nel 2023 era stata la Peronospora a devastarli, per questa vendemmia oltre a registrare precocità di maturazione, l’osservazione e la riflessione deve essere indirizzata non tanto e non solo sulle rese, più o meno stimate nel -10%, ma sulla sete dei campi, sulla durata del caldo torrido e sulle mancate escursioni termiche, soprattutto in aree di pianura, che condizionano la formazione dei precursori aromatici nelle uve per i vini di qualità. A salvare la qualità delle uve è stata certamente l’irrigazione di soccorso, già iniziata in aprile, che ha consentito un buon andamento della maturazione e le piogge in questi ultimi giorni hanno in qualche modo ristorato le piante assetate.

La raccolta

«Siamo ormai nelle condizioni di aridocoltura con 300 mm di pioggia all’anno, concentrati nei mesi autunnali e 90 mm in febbraio a cui ha fatto seguito una stagione secca», dichiara Davide De Santis, agronomo della cantina Librandi, che ha affrontato la gestione del vigneto «con le minime operazioni colturali per contrastare il cambiamento climatico, attraverso ragionate scelte agronomiche e tecniche colturali più conservative per le piante, senza cimature, né sfogliature per proteggere i grappoli dall’insolazione. La gestione difficile dell’acqua che non c’è dal cielo e dalla terra perché le falde via via si approfondiscono determinando un elevato dispendio di risorse economiche e umane». Non solo nel cirotano raccolta anticipata, anche dalla Costa degli Dei la Cantina Artese che ha i vigneti da Chardonnay a Zambrone, assicurati in cantina e soprattutto dai cinghiali divoratori di uva che non si lasciano intimorire da fili elettrici a protezione delle vigne.
Insostenibile viticoltura in queste condizioni con un clima che detta le condizioni della produzione e che impone scelte coraggiose e ragionate, dal recupero dell’acqua all’efficiente distribuzione della stessa in relazione alla fisiologia delle piante.

Intanto buona vendemmia Calabria.

Saveria Sesto

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