Caulonia e quell’antico rito della “bussata

di Roberto De Santo
È la “bussata” ad aprire la settimana santa a Caulonia. Un rito antichissimo che si richiama all’ingresso di Cristo a Gerusalemme e che nella cittadina all’interno del Parco Nazionale dell’Aspromonte avvia una tre giorni intensissima di cerimonie religiose denominata “i tri sirati”. E si parte proprio con la “Bussata” che anche quest’anno caratterizza la Domenica delle Palme del centro reggino.

Si tratta di una funzione religiosa di cui si sono perse le tracce nelle altre località calabresi, ma che viene citata da Papa Benedetto XVI nell’omelia della domenica delle Palme del primo aprile del 2007 con un riferimento al salmo 24 [23] che fa riferimento alla liturgia d’ingresso davanti al portale del tempio. «Nella vecchia liturgia della Domenica delle Palme – afferma il Pontefice in Piazza San Pietro – il sacerdote, giunto davanti alla chiesa, bussava fortemente con l’asta della croce della processione al portone ancora chiuso, che in seguito a questo bussare si apriva. Era una bella immagine per il mistero dello stesso Gesù Cristo che, con il legno della sua croce, con la forza del suo amore che si dona, ha bussato dal lato del mondo alla porta di Dio; dal lato di un mondo che non riusciva a trovare accesso presso Dio».


Un’immagine che restituisce appieno il significato del rito che si perpetua a Caulonia. Anche qui i fedeli fin dal mattino si radunano davanti al Sacrato della Chiesa del Santissimo Rosario dopo la benedizione delle Palme e organizzati in processione raggiungono Piazza Mese dove sorge la Chiesa Matrice. Una processione che vede in testa al corteo il sacerdote ed il priore della confraternita del “Santissimo Rosario” seguiti su due ordinate fila dai “suoi” confratelli e poi dagli altri componenti della confraternita dell’“Immacolata Concezione”. Un corteo pieno di devozione che dopo aver attraversato le viuzze del borgo arriva davanti il portone della chiesa Matrice. Ed è proprio qui che si compie il rito antico della “bussata”.


Il sacerdote – che nella circostanza svolge il ruolo di Gesù – bussa con l’asta della Croce che reca in mano per tre volte al portone della chiesa. Una ritualità che simboleggia la richiesta della comunità di poter entrare nella casa del Signore. L’assenzo si concretizza con l’apertura della porta e l’ingresso nella chiesa accompagnato dai canti giubilanti in latino.
Nella chiesa esposto c’è il Santissimo Sacramento, ossia l’Ostia Consacrata, che resterà nella Chiesa Matrice ininterrottamente per tre serate (domenica, lunedì e martedì). I tre giorni appunto nel corso dei quali i fedeli potranno fare visita, riuniti in cortei alla Chiesa Madre. Un rito che restituisce sotto questo aspetto quel senso di comunità che è propria di questo splendido centro del Reggino. E che da l’avvio ad una settimana dedicata completamente ai riti pasquali.
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