Skip to main content
Notizie

Cinque motivi (divertenti) per cui non dovresti mai visitare le cantine calabresi

Cinque motivi (divertenti) per cui non dovresti mai visitare le cantine calabresi

Se dico visita in cantina a cosa pensi? Per gli addetti ai lavori è pane quotidiano, per amatori e appassionati un piccolo tuffo in un mondo affascinante perché avere la possibilità di incontrare i produttori, voci narranti di storie liquide, sporcarsi le scarpe in vigna e accarezzare una barrique è un’emozione unica e non ripetibile. Un’azienda, infatti, è un microcosmo e potrai aver visto decine di silos in acciaio e centinaia di botti in rovere ma ogni volta è la prima volta e resterai a fissarle come se fossi atterrato ieri sul pianeta Terra.


E poi le vigne e le cantine hanno un che di magico, sarà anche colpa (o merito?) del grande schermo che ci ha trascinati in mezzo alle storie d’amore in stile “Il profumo del mosto selvatico” o “Un’ottima annata”. Quel che è certo è che figure come il vignaiolo e il sommelier trasudano fascino e solleticano curiosità e una degustazione insieme può davvero diventare un’esperienza del cuore.
Ma dove andare? La mente viaggia verso chateaux e maison francesi, lungo le colline del Chianti nelle campagne toscane, in mezzo ai filari del Nebbiolo piemontese. In Calabria no? Che la viticultura nasce da queste parti lo sanno pure gli astemi, però vale la pena rotolare fino a Sud per visitare una cantina? E poi cosa c’è oltre a Cirò? Ecco cinque buoni motivi per non prenotare un tour nelle aziende vitivinicole calabresi.

Internazionali, attori non protagonisti

0a733701 ba1f 4752 bc1c 5ef7efa05577 - Meraviglie di Calabria - 6

Se ti aspetti bianchi beverini e rossi piacioni che sanno accontentare tutti i gusti ad ogni latitudine ci dispiace ma sei nel posto sbagliato. In vigna c’è ovviamente spazio anche per gli internazionali (chi rinuncerebbe mai ad un po’ di Chardonnay, Cabernet o Merlot?), però anche giù da noi da una manciata di anni è cambiata la rotta e i produttori hanno iniziato ad ignorare quel vento che soffia verso una standardizzazione del gusto.
Ciò vuol dire che ti ritroverai davanti a calici che sono pura espressione del territorio, che raccontano un’uva coltivata nella sua zona più vocata, che rispettano una tradizione secolare. Perciò, non venire, altrimenti un’azienda più a Nord ti farà degustare un Magliocco Dolce, una del centro un Gaglioppo e una del Sud un Nocera, tanto per dirne alcuni.

Il panorama non bussa due volte

39893f8c 8afe 4730 bae6 f2900ca0d34e - Meraviglie di Calabria - 8

La regione è una soltanto ma il panorama cambia ogni volta che svolti l’angolo. Se ne accorge lo sguardo all’uscita dell’ultima galleria che in autostrada segna la fine della Basilicata e l’ingresso in Calabria: c’è verde tutto intorno a te e cime innevate fino alla fine di marzo, quando i peschi iniziano a colorarsi di rosa. In un viaggio on the road (se sei sull’A2, parliamo del versante tirrenico) vedrai sempre cose diverse dal finestrino, perché man mano che scendi le montagne iniziano a tuffarsi nel mare e ogni chilometro è sempre un po’ più blu.
Succede anche quando vai a visitare una cantina: ci sono le vigne che guardano le spiagge e respirano salsedine e poi ci sono filari nelle vallate circondate da montagne e collinette. Vuol dire che cambia il terroir e il sole, il sale, il vento, il caldo e il freddo rendono zona e vino unici. Perciò, non venire, altrimenti rischi di scoprire nuovi profumi ed espressioni di uno stesso vitigno che mai avresti potuto immaginare.

I premi non contano

Tralci AIS, bicchieri Gambero Rosso, grappoli Bibenda: tanti wine-lovers lasciano che siano titoli e premi a guidarli lungo un percorso enologico. Certamente non fa il monaco e non è solo un premio a raccontare un buon vino ma da Nord a Sud della Calabria ne abbiamo piene le scatole – letteralmente – di bottiglie che hanno ricevuto riconoscimenti prestigiosi.

Barricaia Cantine Statti - Meraviglie di Calabria - 10
Barricaia, Cantine Statti

Perciò, non venire, altrimenti finirai per degustare a Lamezia Terme (CZ) il Greco Nero di Cantine Statti premiato come “miglior Rosato del Sud” o di inciampare nel “miglior vino d’Italia 2022” a cui AIS ha assegnato un punteggio di 99 su 100 (parliamo dell’annata 2019 del “Megonio” di Librandi). Magari qui nel crotonese, rischi pure di visitare Tenuta Rosaneti, più simile al castello delle fiabe che ad una azienda vitivinicola.

Una tavola troppo ricca

Si sa che il vino non viaggia mai da solo e che l’esperienza si completa soltanto a tavola quando si abbina un calice ad un piatto alla ricerca dell’armonia. Così, una semplice degustazione si trasforma in un itinerario che racconta i frutti di una terra in compagnia di salumi e formaggi di montagna, olio – vero oro della regione – da godere su una fettina di pane da grani antichi, primi piatti della tradizione contadina con pasta fatta a mano, carni di suino nero o pescati della Costa Viola (mai sentito parlare della nostra caccia al pesce spada?). Perciò, non venire, altrimenti in cantina ti faranno scoprire pure i sapori migliori della gastronomia locale.

Come se fossi a casa tua

Le cene di gala fanno sognare ad occhi aperti e gli aperitivi in stile Milano da bere sono sicuramente momenti instagrammabili che tutti vorremmo nelle nostre storie. Ma qui, spesso, l’atmosfera è più familiare, da cena tra amici riuniti intorno ad una tavola a parlare di vino che quasi quasi ti penti di non aver portato un vassoio di dolcini. Perciò, non venire, perché è probabile che i produttori ti apriranno le porte come se ti conoscessero da sempre. E tu finirai per sentirti uno di casa. (Rachele Grandinetti)

(Foto di copertina: Tenuta Rosaneti, Librandi)

Tag correlati
Condividi
Carrello0
Non ci sono prodotti
Continua a fare acquisti
Search
×