“Giochiamo d’anticipo”: Tutti i colori della prevenzione

Ateneo vista mare: è il dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, location suggestiva che da oggi e fino al 29 maggio farà da cornice a “Giochiamo d’Anticipo”, l’evento promosso dal Corriere della Calabria insieme all’Università reggina per parlare di salute e prevenzione, sport e benessere. Si è alzato stamattina il sipario su una manifestazione che vuole essere, innanzitutto, un contenitore di spunti e riflessioni insieme alle istituzioni e ai rappresentanti del sistema sanitario per fare il punto sulla dimensione calabrese.

Piante verdi e rigogliose ai piedi del tavolo che ha riunito gli ospiti della giornata ondeggiavano insieme alla brezza che soffiava dalle porte. Il mare e lo Stretto, di fronte al Dipartimento, hanno fatto da testimone alle sfide lanciate, agli impegni presi, a tante idee a cui, da tempo, si cerca di prestare fede per mantenere una promessa etica e istituzionale.
In mezzo alla platea, su poltroncine di tessuto amaranto, gli studenti di Agraria, veri padroni di casa, vero cuore pulsante dell’Ateneo e dell’evento: il futuro è nelle loro mani. E non poteva esserci location più significativa visto che i ragazzi hanno scelto di investire proprio nella narrazione e valorizzazione della terra costruendosi un know-how all’insegna del sano, pulito e ben fatto. L’inizio della filiera, d’altronde, è il principio di tutte le cose.
I calabresi preferiscono curarsi fuori

È Paola Militano, direttore del Corriere della Calabria, ad alzare il sipario sull’evento e dissipare i dubbi: perché un organo d’informazione dovrebbe promuovere giornate dedicate alla salute, alla prevenzione e allo sport? «Perché il nostro portale legge l’interesse dei lettori, attenti a tematiche che, in fondo, riguardano la vita di tutti noi».
La Calabria raccontata in numeri, pochi ma significativi: «L’Italia è un Paese che spende più per l’emergenza che per la prevenzione. È un modo di fare che ci costa caro soprattutto quando si parla di sanità: basti pensare che un euro investito in prevenzione ne fa risparmiare tre. Di prevenzione, però, si parla sempre a posteriori. E le famigerate fughe dal Sud verso il nord, poi: il 43% dei calabresi preferisce curarsi fuori regione. Abbiamo bisogno di più assistenza sui territori, più opportunità terapeutiche, poi welfare culturale, bisogno di dire a quel 43% che abbiamo delle eccellenze e cercare di dissuaderli attraverso un sistema ben organizzato», ha detto la Militano. Il presidente della Regione Roberto Occhiuto, poi, ha ammesso quanto siamo indietro in fatto di prevenzione. In questo senso, ha detto il presidente, lo sport che promuove lo screening e uno stile di vita corretto, può essere un alleato a volte determinante per scongiurare patologie.

Noi siamo Agraria
Il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, Clara Vaccaro (ribattezzata in questa occasione come il “prefetto più sportivo d’Italia!”), prefetto di Reggio Calabria, monsignor Fortunato Morrone, arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, Saverio Mirarchi, presidente regionale Figc-Lnd, Mauro Grimaldi, amministratore delegato di Federcalcio servizi, Wanda Ferro, sottosegretario al ministero dell’Interno, Anna Maria Stanganelli, garante della Salute, Gianluigi Scaffidi, commissario straordinario del Gom, Angela Busacca, docente Università Mediterranea, Giuseppe Novelli, ordinario di Genetica Tor Vergata Roma, Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità hanno animato il dibattito tra consapevolezze e lacune da colmare, reti da tessere e pregiudizi da smontare.

Giuseppe Zimbalatti, inoltre, ha regalato uno spoiler annunciando la prossima apertura di un nuovo corso di laurea in Scienze Motorie e Diritto allo Sport. “Noi siamo Agraria” è lo slogan di cui si sono fatti testimonial i suoi studenti assorti in un silenzio e un’attenzione che troppo spesso, a proposito di pregiudizio, non assoceremmo ad una generazione un po’ disattenta causa scroll facile. Ma quando si parla di prevenzione si gioca con il futuro: e il futuro non è affatto un gioco di poco conto.
Simone Perrotta testimonial azzurro
La sala si è animata tra strette di mano e sorrisi tra chi non si vede da tempo. Il pubblico maschile pareva essersi messo d’accordo tirando fuori dall’armadio per l’occasione abiti blu, ton sur ton con il nostro manifesto “Giochiamo d’Anticipo”, blu come il cielo di Reggio Calabria stamattina, blu come le maglie e i calzoncini della Nazionale in esposizione all’interno del dipartimento nella mostra “Un secolo d’Azzurro”, la più grande rassegna storica con oltre 500 cimeli originali che raccontano una storia dal 1870 al 2024.


Che definirla solo esposizione, in realtà, non rende giustizia all’emozione che si accende una volta varcata la soglia: le maglie autografate da miti come Zoff, la prima maglia della Nazionale, gli scarpini in cuoio così lontani da tinte fluo e marchi in bella vista, trofei scintillanti, le prime pagine dei giornali dell’epoca che mettevano nero su bianco partite destinate a farsi storia e poi gli schermi che trasmettono no stop incontri al cardiopalma, quando la voce dei telecronisti sembrava esplodere insieme al cuore di tutti i tifosi.


E quando credevamo che il blu non potesse finire, è arrivato Simone Perrotta: un ospite d’eccezione per tagliare il nastro della mostra: «Tornare in Calabria – ha detto Perrotta – è sempre emozionante, qui sono solo Simone e qui ho iniziato la mia carriera. È stato un viaggio meraviglioso».
La vita, in fondo, è un viaggio meraviglioso: giochiamo d’anticipo perché resti solo un pallone con cui giocare e non la nostra salute. (Rachele Grandinetti)
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