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I vancali di Tiriolo, storie senza tempo di cachemire e di seta

I vancali di Tiriolo, storie senza tempo di cachemire e di seta

La leggenda narra che Ulisse si sia fermato proprio qui, in quella che, nel racconto di Omero, è la Terra dei Feaci.  La terra di Tiriolo, che svetta come uno dei borghi più scenografici della Calabria, esattamente al centro della regione, dal quale abbracciare in un unico sguardo il Tirreno e lo Jonio. Un belvedere straordinario da cui senza sforzo si può ammirare pure l’Arcipelago delle Isole Eolie e persino l’Etna, nelle giornate più limpide.

Tra le bellezze paesaggistiche e storiche, Tiriolo conserva anche una delle espressioni più autentiche dell’artigianato tessile calabrese: i vancali. Sono scialli rettangolari realizzati in seta pura o in cachemire, filati di altissimo pregio, tessuti a mano su telai in legno. Per ogni capo sono necessarie settimane di lavoro, in cui tessitrici esperte selezionano i filati, intrecciano trame e annodano a una a una le lunghe frange che lo completano.

Il termine ‘vancale’, che secondo la tradizione deriverebbe da ‘vanca’ o ‘bancale’, indicava in origine la striscia di tessuto usata per coprire la cassa della dote; con il tempo è diventato invece parte essenziale del costume femminile tradizionale, indossato sul capo e sulle spalle in occasioni quotidiane o solenni. Eleganza e colori diversi definivano il lutto o matrimoni e feste, in questo caso con linee dorate e argentate riservate alle famiglie benestanti. La tessitura dei vancali era un’arte tramandata di madre in figlia e, per le giovani donne, rappresentava anche un momento importante del proprio percorso sociale. Il loro debutto in società coincideva spesso con l’occasione di sfoggiare i vancali più eleganti, segno di bellezza e di prestigio. Il numero delle righe, l’intensità dei colori e la presenza di fili metallici parlavano immediatamente della condizione economica della famiglia, trasformando lo scialle in un vero e proprio codice di appartenenza.

Il vancale però non aveva soltanto funzione estetica, ma rappresentava un vero e proprio capospalla, specie nei mesi freddi, e non mancava di essere usato per avvolgere e tenere legati i bambini sulla schiena della madre. Un capo versatile, prezioso e riconoscibile, era dunque parte della vita quotidiana e cerimoniale delle donne calabresi.

Vengono ancora oggi tessuti su antichi telai manuali a quattro licci, grazie a un paziente recupero di tecniche che hanno storie millenarie. Ogni capo, con le sue trame irregolari dall’ effetto magnetico è unico, e porta un codice di autenticità che ne certifica provenienza, tessitore e data di realizzazione. I materiali utilizzati sono naturali e preziosi, così come i pigmenti adoperati per le tinture, che fanno di questo antico scialle un accessorio con una bella storia di tradizione, ma che entra a pieno titolo nella moda di oggi. Nei piccoli laboratori, infatti, la nuova produzione mantiene la fattura tradizionale, ma con straordinari accostamenti di colore che la rende contemporanea. Sul portale Meraviglie di Calabria è disponibile una selezione dedicata ai Vancali di Tiriolo, da indossare in assoluta libertà, abbinati ad outfit casual o glamour.

Non è facile spiegare il pregio dei vancali, la loro storia, il loro valore, anche economico. Un capo così è per sempre, è un segno che riporta alle nostre radici. E per questo, se donato, ha un valore simbolico ancora più grande. Ci sono secoli, dentro.  

di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)

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