Il borgo incantato di Rocca Imperiale, Osvaldo Bevilacqua ne celebra le bellezze

«Quando visitai per la prima volta l’incantevole paese di Rocca imperiale, tre furono le cose che mi colpirono immediatamente. La sua singolare forma, che ricorda una piramide, degradante verso la pianura, la cordiale ospitalità con cui fui accolto e l’inebriante e intenso profumo dei limoneti che rappresentano una eccellenza del luogo». Lo splendido borgo che domina lo Jonio cosentino è al centro dell’editoriale che il noto giornalista televisivo Osvaldo Bevilacqua dedica su Kronostories, la piattaforma digitale e multimediale che ha come obiettivo la conoscenza, la promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale e territoriale dell’Italia e non solo.
Un progetto portato avanti con passione proprio dal cronista assieme alla moglie Sandra Jacopucci ed affiancati da un Team di professionisti.

Il castello e le preziose chiese
Nel suo articolato pezzo, Bevilacqua celebra la storia e la bellezza, del piccolo centro entrato a far parte nel 2018 dell’Associazione dei Borghi più Belli d’Italia. A partire dal nome che ricorda, sottolinea Bevilacqua «il ruolo che continuò ad esercitare ancora nel Medioevo quando Federico II, lo stupor mundi, vi fece edificare l’imponente castello che domina con le sue forme austere la sommità del colle da cui si distendono a raggiera verso valle le caratteristiche abitazioni».

E poi ci sono le gemme costituite dagli edifici religiosi dall’antica storia: la Chiesa Madre del periodo federiciano e il santuario Madonna della Nova.
Ma è il Castello ha attrarre particolarmente l’attenzione di Bevilacqua anche per le leggende che circolano sulla sua storia. «Si narra, infatti – racconta – che tra le stanze dell’antico maniero, si aggiri “la dama bianca”, una donna vestita di bianco che potrebbe essere la figlia del duca Crivelli, suicidatasi dal balconcino che si affaccia sulla piazza d’armi».
«Il Castello – evidenzia Bevilacqua – tra i più grandi del sud Italia, fu edificato nel 1225 dal giovane imperatore Federico II di Svevia. Il 2024 è l’anno delle radici e del turismo di ritorno, un’occasione unica anche per i numerosi calabresi residenti all’estero che realizzano il loro sogno di rivedere il castello ultimato dopo il recente restauro, di nuovo visitabile dal prossimo maggio. Sorprendenti sono le sue torri aragonesi, la cinta muraria, il palazzo settecentesco e le luci che, la sera, insieme alla suggestiva illuminazione del centro storico, lo rendono simile ad un presepe».
Le attività: dalla falconeria alle visite guidate
Non trascura di raccontare anche le iniziative per mettere in risalto le peculiarità di Rocca Imperiale ed il suo legame con il passato glorioso come l’attività di falconeria. Tra luglio e settembre ricorda qui si svolgono esibizioni di maestri di falconeria «onore di quel Federico a cui gli abitanti continuano ad essere ancora oggi particolarmente legati» così come «la giornata medievale dove i volontari dell’Associazione Culturale Fidem Artem Aps accolgono i visitatori in abito medievale accompagnandoli alla scoperta del luogo».

Su questa peculiaria iniziativa Bevilacqua sente anche la testimonianza di Annalisa Lacanna, Presidente dell’associazione. Non solo falconeria però, anche laboratori didattici: di ceramica, di coroplastica antica, creazione di oggetti di ornamento per cavalieri e dame medievali, giochi didattici, laboratorio teatrale in costume e nomina di cavalieri e dame medievali, di arceria medioevale e di falconeria, caccia al tesoro nel castello.

E poi ci sono le visite guidate alle chiese di Rocca Imperiale definiti «veri gioielli d’arte»: San Francesco del 1600, San Giovanni Battista del 1400, la suggestiva Chiesa Madre dedicata a Santa Maria Assunta in Cielo edificata nel 1239, di epoca federiciana. All’interno Il Crocifisso, per il popolo, miracoloso che il 30 marzo di ogni anno i fedeli portano in processione per le vie del borgo. Bevilacqua ricorda anche un’altra tradizione molto sentita nella cittadina: la giornata dedicata alla Madonna della Nova. Un antico quadro della Patrona della città, ogni anno la settimana dopo Pasqua, anno viene portandolo in processione per ricordare l’assedio dei Saraceni.
Le alte “chicche” del borgo
Bevilacqua descrive ad una ad una le chiese presenti nel borgo incantato. Così come gli appuntamenti imperdibili che si celebrano nella cittadina. «Le domeniche e nel mese di luglio e agosto – cita – l’evento “antichi mestieri”, dal fornaio al calzolaio, dalla lavandaia alle donne che preparano la pasta fatta in casa e il suggestivo tour serale che, dal castello, attraversa il borgo e raggiunge il bosco: un’emozione unica».


C’è anche una chicca che non tarda ad essere raccontata da Bevilacqua. La storia dell’ultimo ebanista della cittadina: Enzo Cospito. «Nel suo laboratorio artigianale di strumenti musicali, costruisce, accorda e ripara fisarmoniche e organetti, usati al sud per pizziche e tarantelle, incisi con la tecnica della pirografia (scrittura con il fuoco)».
Il mare e la cucina

Infine Bevilacqua esalta le bellezze naturali di Rocca Imperiale. Come il mare e le sue spiagge che hanno «ottenuto due vele nella Guida Blu di Legambiente». Infine una citazione alla cucina tradizionale che si apprezza «per l’ottimo olio» e «ricalca la filosofia della gastronomia meridionale». Tra i piatti citati: tagliolini e ceci, peperoni cruschi con olive nere, pasta fatta in casa, i frizzuli e i rascatill con la mollica del pane, paparul e patan (peperoni e patate). Ma Rocca Imperiale è celebre per i suoi limoni IGP. Un frutto fresco proveniente dalla cultivar Femminello, appartenente alla specie botanica Citrus limon Burm la cui terra d’elezione è proprio Rocca Imperiale. (foto: Gianluca Avena; Marco Cardellicchio; Francesco D’Alemmo; Egidio Truncellito; Giuseppe Varasano – Kronostories.it )
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