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Il frutto dell’albero più bello, viaggio nella storia del cedro calabrese

Il frutto dell’albero più bello, viaggio nella storia del cedro calabrese

Studiare il cedro significa entrare in un capitolo poco noto della storia agricola e culturale della Calabria, in cui fonti antiche, pratiche colturali e tradizioni religiose raccontano storie millenarie. Il nuovo volume di Gianbattista Sollazzo, “Melon, Citrus, Cedro? – Parte II. Genealogia del frutto-simbolo della Riviera dei Cedri”, pubblicato da ARSAC nel 2025, ricostruisce l’arrivo e la diffusione del Citrus medica nella fascia tirrenica cosentina.

Il lavoro di Sollazzo nasce da anni di ricerca sulle fonti greche e latine, sulle pratiche agricole legate alla coltivazione del cedro e sulle tradizioni che ancora oggi coinvolgono i produttori e le comunità ebraiche. L’autore si è formato all’Università della Calabria, dove nel 2017 ha concluso una tesi dedicata all’identificazione del frutto nei testi antichi e collabora da tempo con istituzioni, enti di ricerca e organizzazioni di produttori, contribuendo anche al percorso che ha portato alla DOP “Cedro di Santa Maria del Cedro”.

Le ipotesi sul primo arrivo del cedro in Calabria sono diverse e non esiste una datazione univoca. Una delle più accreditate rimanda al III o II secolo a.C., quando gruppi di ebrei ellenizzati potrebbero aver portato con sé l’uso rituale del frutto nelle aree influenzate dalla presenza magnogreca. Un altro aspetto riguarda la sub-colonia di Laos, fondata dai Sibariti dopo il 510 a.C., che svolgeva funzioni commerciali verso l’interno e potrebbe aver favorito la circolazione del cedro come merce richiesta.

Il volume ricostruisce anche il rapporto tra il cedro e la tradizione ebraica. La parola etròg indica il frutto utilizzato nella festività di Sukkot, la festa ebraica delle capanne, celebrata in autunno per ricordare il periodo dell’Esodo e la vita nel deserto. È una ricorrenza legata al raccolto e alla gratitudine, durante la quale le famiglie vivono la particolare ritualità, in cui il cedro – “il frutto dell’albero più bello” – ha il suo posto come simbolo di riconciliazione con Dio.

I Rabbini che ogni anno, tra luglio e agosto, raggiungono la Riviera dei Cedri selezionano frutti coltivati secondo forma, peso, integrità e modalità di produzione. Per questo è un momento molto importante per i cedricoltori che si prendono cura dei campi.

La pubblicazione è parte del progetto “Azioni informative e dimostrative sul territorio regionale”, sostenuto dal PSR Calabria 2014/2022 – FEASR. Il volume è uno strumento utile sia per chi si occupa di storia del Mediterraneo sia per chi opera nella filiera produttiva calabrese. Il testo completo è disponibile sul sito istituzionale di ARSAC

(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it

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