Il Gal Serre Calabresi con la Spagna e la Grecia nel progetto Alias

Tre giornate per un corso di lavaggio, cardatura e filatura della lana nell’ambito del progetto di cooperazione transnazionale “Alias – Allevamento, Impatto ambientale e Trasformazione”, promosso dal Gal “Serre Calabresi” in qualità di capofila e dai Gal “Trikala” (Grecia), “La Serena” (Spagna) e dai partner associati quali la Coop francese “Ardelaine”, la Escuela de Pastores de Extremadura (Spagna) e l’Arsac.
Al corso- tenutosi nel Centro dimostrativo sperimentale di Arsac dalla direttrice Luigia Iuliano- hanno partecipato sei corsisti, provenienti dalle aree rurali interessate dal progetto – accompagnati dalla responsabile del progetto per il Gal “Serre Calabresi”, Nathalie Iofrida.
Il “lavaggio della lana: modalità e tecniche per la prevenzione dell’infeltrimento” è stato l’argomento della prima giornata mentre nella seconda, Antonio Mauro, esperto di fibre naturali, della Rs (Ricerche e Servizi Tessili di Prato), ha relazionato sulle caratteristiche tecniche e biochimiche delle lane locali italiane, sulla loro lavorabilità e miglioramento a fini produttivi. Nella giornata conclusiva del corso sono state illustrate le tecniche di cardatura e filatura della lana.


Il corso ha fornito nozioni tecnico-pratiche sulle proprietà biochimiche della lana, sulla gestione della tosatura al fine di migliorare la qualità dei velli, nonché sulle tecniche manuali di lavaggio, asciugatura, cardatura, filatura e tessitura delle lane locali.
I velli per la dimostrazione pratica sono stati forniti dall’Azienda Rocco Guerrieri di Borgia (Cz).
Il progetto “Alias” – finanziato dalla misura 19.3 del Psr Calabria 2014-2020 e riguardante il Piano di Azione Locale Spes “Strategie per Restare” del Gal “Serre Calabresi” – si prefigge di valorizzare la lana tosata dagli ovini locali, oggi classificata come sottoprodotto di origine animale, al fine di prevenire lo smaltimento illecito degli scarti di lana preservando l’ambiente, di migliorare le performance economiche degli allevamenti diminuendo i costi di smaltimento, di frenare l’abbandono di un’attività tradizionale tipica delle aree rurali, quali la pastorizia e l’allevamento degli ovini, di promuovere la creazione di nuove filiere legate all’allevamento ovino, individuando possibili scenari produttivi dai fertilizzanti per l’agricoltura, all’isolamento termico per la bioedilizia, ai prodotti tessili e all’artigianato e trasferire nuove conoscenze agli allevatori circa la gestione delle greggi, la qualità della tosatura e la gestione dei velli.
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