Il Parco archeologico di Sibari protagonista al Tg2 Weekend

Il Parco archeologico di Sibari, il suo Museo e l’area naturalistica dei laghi, ancora una volta protagonisti sulle reti nazionali Rai, in particolare nella puntata di Tg2 Weekend del 30 Novembre scorso. Quanto il giornalista Antonio Farnè ha compiuto in quella che fu una delle colonie più floride della Magna Grecia, è stato un viaggio, seppur breve, tra i resti delle antiche rovine risalenti a 3000 anni fa. Ad accompagnarlo, l’archeologa Silvia Alberghina che lo ha condotto esattamente nella città romana di Copia, rifondata nel 194 a.C., nel quartiere abitativo che insiste nella zona del Teatro ad emiciclo che è uno dei principali monumenti di quel settore.





Per continuare a sentire “il soffio” della storia”, il giornalista è stato guidato nel Museo Nazionale della Sibaritide dove sono conservati manufatti e oggetti ritrovati nel corso dei secoli durante gli scavi. Si tratta di arredi scultorei, iscrizioni, elementi architettonici, metalli, vetri, ceramica e monete, «materiali dell’abitato – ha spiegato l’archeologa – e di tutte le fasi di vita della città di Sibari. Il periodo va dall’età protostorica fino all’età tardoantica e medievale». L’attenzione si è posata sull’oggetto che è uno dei simboli assoluti della città di Sibari, e uno dei pezzi forti del museo, che è un frammento di statua bronzea di IV secolo a.C. Si tratta di un toro in atto di “caricare”, perciò chiamato “cozzante” dalla straordinaria fattura artistica, con dettagli anatomici che lasciano intendere quale possa essere stata l’abilità del modellato degli artigiani dell’epoca. Essendo il simbolo della colonia di Thurii, fu raffigurato anche come emblema sulle monete della città.


«Sibari è nota soprattutto per essere un posto dove si viveva bene – ha spiegato ancora l’archeologa Alberghina al giornalista – si mangiava bene e generalmente si stava estremamente bene. Infatti Sibarita ancora oggi è un termine ricco di questo significato». Nel periodo tra 7° e 6° sec. l’antica Sibari si dice contasse circa 300.000 abitanti e certamente aveva il predominio sulle città vicine. Ma proprio l’eccessiva forza e soprattutto ricchezza accrebbero troppo anche la mollezza e il fasto, tanto da renderla irrimediabilmente debole nella battaglia del 510 a.C. sul fiume Traente (oggi Trionto) in cui i Sibariti non riuscirono a salvarsi dalla potenza dell’attacco dei Crotoniati.


Il servizio del Tg2 Weekend lega quella storia alla magnificenza del territorio della piana, risorsa vocata all’agricoltura che ad essa unisce bellezze paesaggistiche e naturalistiche come «i Laghi di Sibari, ad esempio che, – racconta Farnè – costituiscono una location da non lasciarsi sfuggire.Oasi rigogliosa connubio perfetto tra acqua e natura, un ecosistema ricco di sorprese. C’è una fauna ricca di biodiversità, è una zona di ristoro per la fauna selvatica, l’avifauna». E qui infatti sono ormai di casa le cicogne.
«Siamo partiti dal 2003 – spiega nell’intervista il naturalista LIPU, Salvatore Golia – e ad oggi sul territorio di Sibari ci sono 22 coppie di cicogne. Quindi questo progetto ha funzionato e ha favorito il ritorno alla cicogna bianca in Calabria».


L’attenzione che i media nazionali dedicano ai magnifici siti storici e archeologici calabresi è sempre in aumento, anche grazie alla nuova narrazione che accompagna gli stessi. Una proposta diversa e sicuramente efficace che Filippo Demma – direttore dei Parchi archeologici di Crotone e Sibari, e alla Direzione regionale Musei Calabria – ha costruito insieme al giovane personale specializzato che lavora all’interno dei parchi e dei musei, luoghi che oggi riescono a parlare a tutti attraverso un flusso costante di iniziative culturali di forte richiamo.
Per rivedere la puntata https://www.rainews.it/rubriche/tg2week-end
(Da.Ma) info@meravigliedicalabria.it