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Il profilo archeologico dell’Aspromonte: siti inediti tra Bova, San Salvatore e Monte Grosso

Il profilo archeologico dell’Aspromonte: siti inediti tra Bova, San Salvatore e Monte Grosso

Nuove e sorprendenti scoperte archeologiche restituite dai territori dell’Aspromonte. Durante la XXV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico tenutasi a Paestum dal 2 al 5 novembre scorsi, sono stati presentati i risultati di alcune ricerche effettuate in Aspromonte e nell’ambito del progetto ISAP 2023 (Identificazione e Studio dei Siti Archeologici dell’Aspromonte), promosso e finanziato dal Parco Nazionale dell’Aspromonte e supportato dalla Soprintendenza dei Beni Archeologici delle province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Dopo i saluti di Mariangela Preta, direttrice del polo museale di Soriano che ha introdotto i relatori e evidenziato la collaborazione tra i vari enti nella tutela e promozione culturale del territorio calabrese, è seguito l’intervento di Fabrizio Sudano, soprintendente archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Reggio Calabria e della Provincia di Vibo Valentia, che ha rimarcato l’importanza della cooperazione tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e la Soprintendenza introducendo all’importanza di alcuni risultati ottenuti dalle ultime ricerche, grazie al puntuale lavoro degli archeologi sul campo. Il funzionario di Soprintendenza Andrea Gennaro, ha altresì sottolineato la consistenza del patrimonio archeologico, testimoniato anche dalle precedenti ricerche dell’Università del Kentucky e di Cambridge. Gennaro ha anche anticipato la finalità del progetto ISAP 2023, ovvero quella di verificare la consistenza stratigrafica di alcuni punti rintracciati nell’anno precedente. In ultimo ha annunciato l’interesse per la realtà di Samo grazie ad un progetto avviato dell’Università La Sapienza. È seguita la relazione dell’archeologo Riccardo Consoli con la presentazione di tutte le professionalità coinvolte nel progetto ISAP: il professore Daniele Castrizio, l’archeologo Alessandro Manariti, l’architetto conservatore Antonio Gambino, l’architetto Antonio Puccio e la guida Lino Licari, che ha avuto un ruolo fondamentale per il progetto, favorendo l’accessibilità su di un territorio prevalentemente boschivo, e per la maggior parte delle segnalazioni di siti potenzialmente archeologici, da lui stesso indicate.

Il progetto

Il Parco dell’Aspromonte ha, di fatto, deciso di avviare uno studio sui siti archeologici presenti all’interno dell’area protetta partendo dalle numerose segnalazioni fatte da Licari. Il progetto, redatto dagli uffici dell’Ente Parco, è stato articolato in due fasi: la prima è stata quella di realizzare delle ricerche di archivio e delle verifiche superficiali sui siti utile a definire la consistenza delle segnalazioni di Licari; la seconda fase nella quale attraverso brevi saggi stratigrafici sono state rintracciate due imponenti strutture fortificate e sono stati fatti degli approfondimenti molto interessanti sul sito di Monte Fistocchio. La seconda fase di studio, si è verificata tra giugno e settembre 2023, e ha rintracciato dei siti inediti concentrati nell’area di Bova, andando a chiudere un circuito che insieme a San Salvatore e Monte Grosso, rappresentano un unicum nello sfruttamento di epoca greca classica dell’Aspromonte. Il materiale ceramico ritrovato è pertinente a un periodo compreso tra VI e V secolo a. C., anche se la valutazione è preliminare poiché ancora in corso di studio.

Stessa cronologia per Fistocchio, che smentisce i precedenti studi che lo vedevano come fortezza bizantina. Consoli ha evidenziato la piena riuscita del progetto, tale solo grazie alla stretta collaborazione tra i componenti del gruppo e al particolare coordinamento tra le Istituzioni, quali l’Ente Parco e la Soprintendenza per i beni Archeologici, e soprattutto sottolineando che un gruppo di specialisti del luogo affronta dei temi così delicati ed importanti, sintomo del buon lavoro svolto dalle Istituzioni e dalla loro capacità di coinvolgere e tenere insieme soggetti con diverse specializzazioni. Il progetto ISAP lascia quindi un’eredità importante, in un certo senso già conosciuta, ma ora maggiormente approfondita e che spera di svilupparsi in futuro, attraverso il coordinamento con ulteriori Istituti di Ricerca, quali le università, che già in passato hanno svolto un ruolo chiave nel territorio, con l’obiettivo finale di creare un grande parco archeologico diffuso, unito al già parco naturalistico, patrimonio Unesco.

info@meravigliedicalabria.it

ricercatori aspromonten - Meraviglie di Calabria - 4
Natalino Licari, Riccardo Consoli, Antonio Gambino, Alessandro Manariti
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