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Laos attende di ritornare alla luce, presto la nuova campagna scavi

Laos attende di ritornare alla luce, presto la nuova campagna scavi

di Roberto De Santo

Riparte la campagna di scavi archeologici a Santa Gada di Laino Borgo. Un’attività intensa finalizzata a riportare alla luce una grande città di 50 ettari dell’epoca arcaico-classica ed ellenistica finora sconosciuta alla comunità scientifica.
Si tratta della quinta campagna scavi, finanziata dal Parco Nazionale del Pollino, che verrà avviata tra il 10 giugno ed il 6 luglio sotto la direzione scientifica di Fabrizio Mollo, professore associato di Archeologia Classica all’Università degli Studi di Messina nell’ambito delle attività delle cattedre di Topografia antica e di Archeologia delle Province romane dell’ateneo messinese. Un’iniziativa portata avanti in collaborazione con la Provincia di Cosenza ed il Comune di Laino Borgo la cui campagna di reclutamento è già partita e terminerà il 9 aprile prossimo.

Unime scavi Laino - Meraviglie di Calabria - 6

L’inscrizione è aperta agli studenti del corso di laurea triennale in Lettere ed a quelli del corso magistrale in Tradizione classica ed Archeologica del Mediterraneo, oltre che ai laureandi, specializzandi e dottorandi in discipline archeologiche ed affini.

laino scavo archeologico sangada - Meraviglie di Calabria - 8


Le attività di scavo verranno divise in due turni di due settimane ciascuno in cui ognuno sarà impegnato ad individuare i resti di questa antichissima città che, secondo i ricercatori, potrebbe essere Laos. Si tratta di una città subcolonia fondata dalla greca Sibari dopo che il sito era stato conquistato da Crotone nel 510 a.C., e che più tardi fiorì sotto il controllo dei lucani, una popolazione preromana che viveva nel sud Italia.

Le campagne di scavi

Le prime campagne di scavo sono iniziate nel 2019 per poi proseguire nel 2021, nel 2022 e lo scorso anno. Da quegli scavi sono emersi nel sito ai piedi del Pollino, i resti di un vasto insediamento. Gli scavi del 2021 e del 2022 hanno interessato un esteso isolato residenziale, con grande vasca rivestita di laterizi, un ampio settore di produzione, con fornaci, aree di stoccaggio e lavorazione dell’argilla, dove forse si producevano piccoli vasi a vernice nera, dotato di grandi vasche di decantazione, con annessi strutture comunicanti di adduzione dell’acqua e pavimentazione drenante in laterizi.
Nella campagna di scavi dell’estate scorsa sono stati raccolti nuovi e straordinari dati.

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Secondo quanto riferito dai responsabili dell’attività, è stato individuato un luogo di culto databile tra fine VI e inizi III sec. a.C., dedicato ad una divinità femminile, con riti di passaggio ed elementi connessi alla fertilità. I votivi, coroplastici e ceramici, documentano uno straordinario spaccato dei culti di una comunità che tra la fine del VI e l’età ellenistica occupa i pianori di Santa Gada. Non mancano attestazioni epigrafiche e materiali riferibili anche al culto di Artemide. Mentre tra i mesi di giugno 2022 e giugno 2023 i ricercatori si sono concentrati per la prima volta anche sulla necropoli di epoca ellenistica, con una decina di tombe a cassa e cappuccina e ricchi e articolati corredi funerari.

L’ipotesi della città scomparsa di Laos

Quelle campagne di scavo con i reperti rinvenuti e soprattutto per l’estensione del sito, rappresenterebbero la conferma, secondo gli studiosi, che l’area individuata dai ricercatori sarebbe riferibile alla grande città di Laos (Λάος in greco). Un centro urbano databile tra la metà del IV e la fine del III sec. a.C. e fondato dai profughi di Sibari dopo che la loro città venne distrutta in seguito alla guerra con Crotone.

reperti archeologici laino borgo 8 - Meraviglie di Calabria - 12


Ad indicare questo legame il ritrovamento di antiche monete coniate a Laos del tutto uguali a quelle di Sibari. Si tratta di monete che riportano le effigie del toro retrospiciente della stessa tipologia della colonia magnogreca distrutta nel 510 a.C.


Stando a quanto riporta un testo dello storico greco Strabone, la città di Laos era grande quanto Pompei. Una caratteristica anche questa che farebbe ritenere come quel sito, nel cuore del Parco nazionale del Pollino, siano i resti della grande città prima magnogreca poi conquistata dai lucani. Un importante centro urbano che, misteriosamente e repentinamente, fu abbandonato nel III sec. a.C.
La campagna di scavi avviata, in regime di concessione ministeriale, dal 2019 e che prosegue anche quest’anno punta anche a scoprire le motivazioni della fine rapida di quella gloriosa città.

info@meravigliedicalabria.it

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