L’arte fa rivivere i luoghi, la Filadelfia antica dipinta en plein air

Il desiderio di celebrare il legame tra arte, territorio e comunità è ciò che, in definitiva, anima le estemporanee di pittura, eventi che si rifanno allo spirito del pittore en plein air che osserva e trasferisce su tela ciò che gli occhi colgono.
Le estemporanee hanno avuto diffusione robusta in Italia nel corso dei primi decenni del XX secolo con l’allestimento di veri e propri concorsi pittorici destinati a valorizzare i centri storici, i paesaggi rurali, le tradizioni locali, le prospettive di una comunità che presta cura ed attenzione al suo territorio.
Oggi queste manifestazioni sono certamente eventi artistici ma anche e soprattutto strumenti di animazione territoriale e valorizzazione, anche culturale, dei centri storici.
Risponde a questa logica il concorso di pittura denominato “Filadelfia: L’ARTE FA RIVIVERE I LUOGHI” organizzato dal Comune di Filadelfia in provincia di Vibo Valentia. L’estemporanea, giunta alla sua terza edizione e con la ferma intenzione di strutturarsi come appuntamento stabile, si propone di valorizzare e promuovere l’arte pittorica per avvicinare il pubblico a questa forma artistica.


Il tema del concorso si pone l’obiettivo di ridare vita attraverso le pennellate a luoghi del centro storico ormai poco vissuti o del tutto abbandonati, riportando sulla tela una visione di come quegli stessi posti potevano apparire facendo un salto indietro nel tempo, oppure immaginandone un loro futuro riutilizzo.
Gli artisti che decideranno di partecipare, iscrivendosi entro le ore 12.00 del 24 luglio 2025 inviando la mail di adesione, dovranno realizzare un’unica opera pittorica a tecnica libera da realizzarsi in un punto del centro storico a loro scelta.


Due le categorie in concorso, Artisti e Giovani Artisti Amatori (dai 9 ai 18 anni).
La competizione avrà ovviamente dei vincitori, premi in denaro nella categoria artisti e Kit artista per la categoria amatori.


Un’iniziativa, quella organizzata dall’amministrazione comunale, che potrà contare sulle suggestioni artistiche offerte da un centro urbano sorto in conseguenza della distruzione (nel 1783) del borgo di Castel Monardo e costruito copiando lo stesso schema della città statunitense di Philadelphia, disegnata da William Penn un secolo prima.
Filadelfia, amore fraterno, fu cosi chiamata per volontà del Vescovo Serrao affinché «gli abitanti si ricordassero sempre della loro origine greca e rammentassero e imitassero le virtù dei loro antenati e soprattutto si amassero come fratelli ed amici, non solo tra di loro, ma nutrissero lo stesso sentimento per tutti gli uomini».
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