Lavanda oltre al profumo c’è anche il gusto!

Viola, profumatissima, inconfondibile: se c’è, la lavanda si sente! Mi ricorda i sacchetti di organza che si lanciano negli armadi, in mezzo alla biancheria perché profumi. E ogni volta che apri un’anta sembra di spalancare una finestra su un campo: la carica aromatica è la sua anima.
Sei mai stato in un campo di lavanda? Sembra di finire in un quadro, come in quella scena di Mary Poppins in cui Bert aggiunge una strada di campagna prima di saltarci dentro ed essere travolto dalla caccia alla volpe. Qui, qualcuno ha giocato con i pastelli lilla e viola e adesso è colore a perdita d’occhio. Se sei sulla A2, metti la freccia ed esci a Campotenese: è una frazione di Morano, uno dei Borghi più belli d’Italia, è un’esperienza da fare nella nostra terra. Rotolando verso Sud, Morano è tra i primi centri che s’incontrano e vale la sosta. Anzi: è una delle mete dello slow living, quindi conviene dimenticare l’orologio e vivere questo posto senza fretta. D’altronde, appena varcata la soglia, ti sembrerà di essere in un luogo senza tempo e molto lontano pure nello spazio: il Parco della Lavanda è un piccolo angolo di Provenza in Calabria. Adesso guarda e respira a pieni polmoni.


Tutte le proprietà
Qui, ai piedi del Parco Nazionale del Pollino, si coltiva una varietà autoctona, la lavanda Loricata, per gli amici Loricanda (il nome strizza l’occhio al nostro pino Loricato, simbolo del Parco del Pollino). La lavanda resiste a condizioni meteo avverse (durante l’ultima primavera, quindi, immagino avrà avuto un bel da fare) e al tempo: sapevi che una piantina, se ben curata, può vivere anche 20 anni? Tutti conosciamo gli usi nella cosmesi e nei medicamenti naturali per via delle sue proprietà: la lavanda è detergente, calmante, antinfiammatoria, analgesica, antibatterica, cicatrizzante e decongestionante. Con un curriculum così, è più che giusto darle una chance anche in gastronomia. O no?
Hai mai pensato di mangiarla? Non parliamo semplicemente degli infusi: anche commercialmente, sono ormai tante le bevande a base di erbe e piantine. Vai oltre col pensiero e immagina di entrare in cucina e sorprenderti a dire: che buon profumino di lavanda! Che poi, nell’era delle cucine che lanciano trend in fatto di food con preparazioni a base di cavallette, un po’ di lavanda nel piatto rischia di non stupire nessuno. Eppure, proprio nella sua natura così semplice – un arbusto che si coltiva facilmente – sta tutta la sua magia. E poi, i piatti a colori si mangiano già con gli occhi.
La fantasia è sempre l’ingrediente principale in cucina perciò la migliore ricetta è quella che ancora dobbiamo sperimentare. Io conservo tutti i quaderni di mia nonna e non ho mai perso l’abitudine di annotare le ricette, nonostante l’esplosione di blog e food network: è un’eredità straordinaria un libro di cucina, può passare un secolo e due generazioni e ci sarà sempre un indice a scorrere sulla lista degli ingredienti e una macchia di sugo in più sulla copertina.



Lavanda in tavola
Aggiungo tra le mie pagine qualche ricetta a base di lavanda, anzi: compongo un menù, un purple menù, dall’antipasto al dolce. Entrée di millefoglie di melanzane con ricotta aromatizzata ai fiori di lavanda, un tripudio di prodotti autoctoni; risotto allo zafferano (Milano style) sfumato con vino bianco e mantecato con brodo vegetale aromatizzato alle spighe fiorite di lavanda e topping di fiorellini finali; soufflé di bietoline con crema di patate viola e crumble di lavanda essiccata, ton sur ton; cheesecake ai mirtilli e lavanda per una fetta da lilla che invoglia. Qualunque piatto si prepari bisogna considerare due cose: usare sempre la lavanda con moderazione perché la grande intensità rischia di compromettere la gradevolezza del gusto finale; fare attenzione al tempo che trascorre tra la preparazione e il consumo perché il profumo di lavanda è tanto forte quanto volatile e si disperde nell’aria abbastanza velocemente. Altra dritta: fiori e foglie di lavanda insieme ad altre erbe tipo salvia, timo, rosmarino, basilico, menta, maggiorana sono un condimento profumatissimo per insalate, carni alla griglia e formaggi freschi. Dritta “wine”: il profumo delle ricette in viola si accompagna bene all’aromaticità di certi vini bianchi: Sauvignon Blanc, Traminer o la nostra Malvasia andranno a nozze con questo menù.
Se il tempismo è tutto nella vita, sappi che siamo nel pieno della fioritura che va, mediamente, da metà giugno a metà agosto. Significa che se metti adesso la freccia per uscire a Campotenese, lo spettacolo è assicurato: l’orologio lascialo, ma porta con te lo smartphone, perché posto più instagrammabile, adesso, non c’è. Benvenuto nella Provenza del Sud: qual è il tuo colore preferito? Il nostro, viola da mangiare.


di Rachele Grandinetti
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