Le Calabrie festeggiano i loro idiomi

Lettura di brani e poesie, tavole rotonde, presentazioni di opere e spettacoli teatrali: sono alcune delle iniziative organizzate dalle Pro Loco in occasione della dodicesima edizione de “La Giornata nazionale del dialetto e delle lingue locali” che si celebra oggi in tutta Italia. La Giornata è stata istituita dall’Unione nazionale delle pro loco (Unpli) nel 2013 con il preciso intento di sensibilizzare istituzioni e comunità locali alla tutela e valorizzazione di questi patrimoni culturali; attività espletata in piena armonia con le direttive dell’Unesco presso cui Unpli è accreditata dal 2012, quale consulente del Comitato Intergovernativo previsto dalla Convenzione per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale del 2003.
Un’eterogeneità di lingue marcatore identitario

Così anche in Calabria si susseguiranno gli eventi per celebrare i tanti dialetti di cui è costellata la galassia di popolazioni che vivono nella regione.
Idiomi che hanno assorbito le matrici multiculturali che si sono sovrapposte nella regione legate alle tante dominazioni che il territorio ha subito. Greco, fenicio, latino, arabo, spagnolo e francese solo per citare i marcatori d’origine dei dialetti diffusi nella Calabria le cui caratteristiche hanno determinato anche la varietà delle inflessioni.
D’altronde si parla di Calabrie anche per questo. Un’eterogeneità di lingue che demarcano territori a volte distanti pochi chilometri frutto delle diverse dominazioni che spesso hanno separato l’entroterra – area di difesa maggiore delle varie incursioni che si sono succedute nel tempo – dalle aree di costa. Senza contare la forte presenza della minoranza Arbëreshë (greco-albanese) che rende uniche intere aree della regione. Come anche dei Valdesi. Segnali distintivi reali e concreti di appartenenza a comunità di cui la lingua comune ne è maggiore demarcatore. In questo senso vanno anche le parole del presidente dell’Unpli Antonino La Spina. «Dialetto e lingue locali sono portatori di un immutabile senso di identità e comunità rappresentando il cordone ombelicale che ci lega ai luoghi d’origine: veri e propri patrimoni culturali immateriali, riconosciuti e protetti dall’Unesco, da custodire e divulgare».
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