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Nella Grotta delle Ninfe, la custode di un tesoro di Natura

Nella Grotta delle Ninfe, la custode di un tesoro di Natura

Gli anfratti custodiscono sempre un tesoro, oppure rivelano una meraviglia, pura e naturale. È necessario cercarla, per scoprirla. La Calabria, di tesori nascosti, è terra copiosa e laddove è più piccolo lo spazio, più grande diventa il valore in esso custodito. Siamo a Cerchiara, piccolo borgo dell’Alto Jonio cosentino, che ad un certo punto ritaglia uno scenario naturalistico tanto prezioso quanto incantevole: è definito dall’incastonatura di due imponenti rocce, quasi fossero uno stretto canyon, e va a riparare le acque di una piscina termale naturale, è la Grotta delle Ninfe. Immergersi nelle terme è beneficiare delle proprietà di acque omeotermali, solfuree, carboniche, alcaline, terrose, di solfato e bicarbonato, ipotermali, ad una temperatura sempre costante di trenta gradi: è perciò un’acqua curativa per diverse patologie. E così sembra essere sempre stato, da tempi antichissimi, se si pensa che la grotta era nota persino ai greci, all’epoca della fondazione di Sybaris. Una leggenda fa di questo luogo quello adibito al talamo della ninfa Calipso, figlia di Atlante che tentò di sedurre Ulisse per non fargli raggiungere Itaca. Un luogo che si crede anche prescelto dalle lusiadi, ninfe che abitando nella salubrità della grotta avevano il potere di guarire le affezioni della pelle.

Dalla Grotta delle ninfe deriva anche un tesoro archeologico, oggi conservato preso il Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza: si tratta di una collezione composta da un centinaio di lucerne romane e da trentacinque monete in bronzo. Le lucerne, sono realizzate a stampo in varie forme e potrebbero risalire al I-II secolo d.C., nel disco centrale hanno una decorazione che riporta l’effige ora di Atena, Ercole, Pegaso, o Vittorie alate, maschere teatrali, animali, gladiatori, motivi vegetali e, in alcuni casi, anche il marchio di fabbrica. Le monete sono poco riconoscibili, ad eccezione di due esemplari che riportano la testa di un imperatore o di età giulio-claudia (27-68 d.C.) o flavia (69-96 d.C.). Il tempo storico che caratterizza i tesori della grotta, la misura delle lucerne e la presenza della sorgente di acqua sulfurea rafforzano l’ipotesi che questo luogo era a custodia di offerte votive. Qualunque cosa abbia caratterizzato questa zona, la Grotta delle Ninfe è ancora oggi uno spazio assai suggestivo, qui si armonizza bellezza naturale e salubrità delle acque, in una cornice di vero benessere ambientale.  

info@meravigliedicalabria.it

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