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Patrimonio archeologico, a Cirò la scoperta di una tomba brettia

Patrimonio archeologico, a Cirò la scoperta di una tomba brettia

L’emersione di una tomba di epoca brettia durante i lavori di sbancamento sul pendio del colle Sant’Elia riporta l’attenzione sul patrimonio archeologico di Cirò, già noto per la stratificazione di siti protostorici ed ellenistici. La segnalazione è arrivata da una ditta di costruzioni impegnata nelle opere per la realizzazione di un asilo nido. Da quel momento la Soprintendenza ha avviato un intervento di verifica per accertare natura e consistenza del rinvenimento. Sotto la direzione della funzionaria responsabile Vittoria Falbo e con il lavoro degli archeologi Antonio Montesanti e Pietro Chimenti, lo scavo ha portato alla luce una sepoltura “a cappuccina” databile tra il IV e il III secolo a.C. All’interno sono stati identificati uno scheletro integro, tre vasi votivi e alcuni frammenti ceramici che saranno sottoposti a interventi di restauro e studio tipologico. L’area di indagine è stata poi estesa per circa 300 metri per individuare eventuali tracce di una necropoli coerente con la presenza della tomba.

Il vasellame e un anello rinvenuto poco distante sono in custodia della Soprintendenza ABP per le province di Crotone e Catanzaro. Gli archeologi rimarranno nell’area per seguire l’avanzamento dei lavori, così da documentare evidenze che potrebbero emergere nel corso dello sbancamento.

La tomba, una volta completate le analisi per la datazione esatta, sarà destinata al Museo civico archeologico di Cirò, dove sono esposti i reperti rinvenuti nel santuario di Apollo Aleo in località Punta Alice, in particolare gli elementi architettonici dell’edificio sacro, tra cui i rivestimenti in terracotta dell’architrave del tempio arcaico. Una seconda area espositiva è riservata agli oggetti legati alle pratiche votive e alla vita quotidiana del luogo di culto, con materiali che coprono un arco cronologico compreso tra l’età arcaica e il periodo ellenistico. Una vetrina è dedicata ai calchi dell’acrolito raffigurante Apollo, datato tra il 440 e il 420 a.C. e rinvenuto da Paolo Orsi sotto le fondazioni del tempio ricostruito in età brettia; l’originale è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria. Il primo piano ospita l’ampia raccolta di materiali provenienti dal territorio dell’antica Krimisa.

(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it

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