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San Fantino di Tauriana, il santo calabrese ed il legame con Venezia

San Fantino di Tauriana, il santo calabrese ed il legame con Venezia

San Fantino è il Santo più antico della Calabria. Nasce nella Tauriana romana nel 294 e muore nel 336, conosciamo una vita redatta in lingua greca nell’VIII sec. scritta da Pietro vescovo occidentale che si definisce concittadino del Santo; ad essa fa seguito una raccolta di venti miracoli.

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San Fantino (Il giovane)

Ed è per il potere taumaturgico che Fantino di Tauriana fu celebrato tra le genti della Calabria greca, dove erano conservate le sue reliquie in una sacra cripta del IV secolo d.C. La notorietà di Fantino si fondava dunque soprattutto sul suo sepolcro taumaturgico e sulla commemorazione della sua morte, fissata nel calendario Italogreco, al 24 luglio.

Esistono così i due elementi: il luogo della sepoltura e la data della festa liturgica, definite dai Bollandisti “coordinate agiografiche”. Il culto di San Fantino con i bizantini nel medioevo, si diffuse rapidamente in molte località dell’impero, dove al Santo furono dedicate chiese, piazze, strade e contrade. Il suo culto raggiunse anche le regioni del Nord e Venezia, che fu bizantina dalla sua fondazione fino al 1202; ed è di questo culto e di come sia arrivato nella Città lagunare, che ci soffermiamo a parlare.

La Chiesa di Venezia dedicata al santo calabrese

Al centro di un’insula circondata da ampi canali, è uno spazio suggestivo scandito da quattrocentesche vere da pozzo in pietra d’Istria e racchiuso da bianche facciate: quella neoclassica del teatro La Fenice (San Fantino), con gradinata e pronao a colonne corinzie; quella rinascimentale, a fronte, della chiesa di S. Fantin, che articola il campo stesso col suo volume avanzante; quella della Scuola di S. Fantin (Ateneo veneto), di gusto plastico già quasi barocco e statue di Alessandro Colonna nel timpano. La chiesa, ricostruita nel 1507 (forse su progetto di Pietro Lombardo) da Antonio Scarpagnino e poi dal Sansovino, ha elegante interno a tre navate e armonioso presbiterio coperto da cupola su monumentali colonne corinzie, terminante in un’abside (opera del Sansovino).

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Notevoli le tele di Joseph Heintz il Giovane (sopra la porta laterale della navata destra) e di Palma il Giovane (alla parete sinistra del presbiterio), legate alla storia della città. La Scuola di San Fantino, dal 1812 sede dell’Ateneo veneto, accademia scientifico-letteraria fondata da Napoleone, è ricostruzione tardo cinquecentesca successiva a un incendio (in origine, ospitava la confraternita di San Fantino impegnata nel compito caritatevole di assistere i condannati a morte). Nell’interno, il soffitto ligneo dell’Aula magna ha 13 scomparti con tele di Palma il Giovane (1600); al primo piano, nella sala Tommaseo, sono di Antonio Zanchi il grandissimo Giudizio universale (1674) al soffitto e Gesù scaccia i mercanti dal Tempio (1667), sulla parete a destra della porta. L’edificio accanto alla Scuola di S. Fantino ha forme neomedievali ricche di riferimenti alla tradizione locale.

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Nella città lagunare, di fronte il Teatro La Fenice, al santo calabrese è stata dedicata una chiesa costruita intorno all’anno 965, dopo la distruzione di Tauriana dell’anno 951; la chiesa di San Fantin (S. Fantino/Fantin in veneziano), risulta inserita in un elenco di 10 chiese che sono state costruite da numerosi cittadini di Venezia durante il dogado di Pietro Candiano IV (959-976); questa notizia si trova in uno dei numerosi codici di Daniele Barbaro del XVI secolo; egli, attingendo a fonti storiche anteriori, data la fondazione della Chiesa di San Fantino all’anno 965, che fu promossa dalle famiglie  dei Barozzi, degli Alduini, degli Equilii e altri; inoltre, anche nell’opera  di Franzoi – Di Stefano “Le Chiese di Venezia” si legge che la fondazione della Chiesa di San Fantin risale al IX secolo; in altra pubblicazione “La Chiesa di S.  Fantin in Venezia” (cat. fotografico delle Chiese e delle Scuole di Venezia, Biblioteca Marciana) nella parte dedicata alla fabbrica, così si riporta: «L’antica Chiesa di S.Fantin, che sorgeva nella stessa area dell’attuale, è fatta risalire da alcune antiche fonti (Sansovino e Corner) al 966 per volontà della famiglia Pisani, le cui case è probabile sorgessero dove ora è il Teatro La Fenice».  

Tuttavia altri autori posteriori riportano altre date, forse confuse con le ricostruzioni rinascimentali della chiesa. Ma ciò non basta a fugare il dubbio della data di fondazione della chiesa (si veda San Marco aspetti storici e agiografici di E. Follieri), dove l’autrice con competenza e dovizia di particolari, documenta le fonti che attribuirebbero il culto di Venezia, ora a San Fantino il “Vecchio”, ora a San Fantino il “Giovane”. Poi si sofferma lungamente sui due santi: “il Vecchio” o “Cavallaro” del IV secolo, certamente di Tauriana, l’altro monaco, vissuto nel sec. X detto “il Giovane” per distinguerlo dal primo; quest’ultimo viene indicato da alcuni storici, nato a Taureana, mentre altri genericamente “Calabrese”.

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I resti di Sant’Elia lo Speleota a Melicuccà

Tuttavia la sua vita ci informa che all’età di 8 anni, per la sua precoce vocazione fu affidato al monastero di Sant’Elia (lo Speleota a Melicuccà? o il Giovane sul Monte?), tuttavia questo dato è ininfluente in quanto i due monasteri sono non molto distanti tra loro ed entrambi nella diocesi di Tauriana; per tale motivo, si suppone che egli sia nato nella Calabria meridionale, forse proprio nella Città di Fantino il vecchio, da cui prese il nome da monaco; San Fantino “il Giovane” ha avuto culto in Calabria e anche in Grecia a Tessalonica, dove morì intorno all’anno 1000. Pertanto, soprattutto questo ultimo dato, ci fornisce la prova che la sua morte è posteriore alla data di fondazione della chiesa in Venezia, anno 965/966, come ampiamente documentato.

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Inoltre, fatto non trascurabile, nel Sinassario di Costantinopoli la memoria di San Fantino il Giovane ricorre il 14 novembre, diversa da quella di San Fantino di Venezia fissata al 24 luglio che è la stessa del Santo di Tauriana; infine, a svelare definitivamente l’identità è anche l’iconografia del Santo, che viene raffigurato da sempre a Venezia, con le vestigia romane e non da monaco. Pertanto, non sembra esserci dubbio alcuno che il Santo venerato a Venezia sia San Fantino il “Vecchio” di Tauriana, morto nel 336 in pieno periodo romano e festeggiato nell’Italia greca il 24 luglio.

Del resto, nel 1761, Domenico Grandis (Padre dell’oratorio di Venezia) riporta la data della festa di San Fantin il 24 luglio. Nel 1773 Flaminio Corner (uno dei più eruditi storici di Venezia) nel suo lavoro Hagiologium Italicum riporta la stessa data del 24 luglio. Un’altra traccia la troviamo nell’opera di Pietro Contarini Venezia religiosa, o Guida per tutte le sacre funzioni che si praticano nelle chiese di Venezia: con cenni storici sopra il santo e la festività di ciascun giorno, indulgenze plenarie; il Cecchini, 1853: ci informa per la chiesa di San Fantin (che ormai non era più parrocchia), la festa del Santo il 24 luglio con messa solenne, nel pomeriggio il vespero e il panegirico, oltre che nel giorno prima (il 23) il vespero.
Altri interrogativi però si pongono: come è arrivato questo culto nella città lagunare? Perché i veneziani fanno riferimento a San Fantino il vecchio il Taurianese, vissuto nel periodo romano (sec.IV), ma che ha avuto culto durante tutto il periodo dell’l’impero bizantino? (Domenico Bagalà, continua)

info@meravigliedicalabria.it

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