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Santa Caterina d’Alessandria, la statua di Brognaturo che regala emozioni uniche

Santa Caterina d’Alessandria, la statua di Brognaturo che regala emozioni uniche

L’arte e le opere di Vincenzo Scrivo sono state al centro di un interessantissimo convegno a Brognaturo. Si tratta di uno scultore di Serra San Bruno vissuto a cavallo tra il 1700-1800.
A raccontarci le meraviglie delle sue sculture lignee, con tanta passione e competenza, è stato lo storico dell’arte Gianfrancesco Solferino.

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Il Santuario di Maria Santissima della Consolazione di Brognaturo

Tema principale dell’incontro era la statua di Santa Caterina d’Alessandria, custodita nel Santuario di Maria Santissima della Consolazione di Brognaturo, e verso la quale i cittadini di Brognaturo hanno sempre avuto una grande devozione.

La vita della Santa

Santa Caterina nacque e morì ad Alessandria d’Egitto nel 287 – 305. Era figlia di nobili e fu istruita nelle arti liberali. Colpito dalla sua bellezza e cultura, la chiese in sposa l’imperatore Massimino Daia e voleva che i retori la convertissero al paganesimo. Furono invece i retori che si convertirono al cristianesimo.

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Non riuscendo nel suo intento, l’imperatore condannò a morte i retori e successivamente, dopo l’ennesimo rifiuto di Caterina, la condannò a morire mediante un supplizio che, come affermato dallo storico Solferino i romani usavano spesso: la ruota dentata.
Per intervento divino si spezzarono le ruote e molti soldati furono colpiti e lo stesso imperatore rimase decapitato. In seguito a tutto ciò, la santa fu uccisa con la decapitazione. Si narra che al posto del sangue uscì latte dal collo della santa, simbolo di purezza. Gli attributi iconografici di Santa Caterina sono: la corona, il libro, la ruota, la palma del martirio.

Le peculiarità dell’opera

Lo storico Solferino ci ha fatto notare l’espressione serena del volto della statua. Una vittoria contro l’imperatore, ma la santa non mostra fierezza. La spada che tiene in mano non è sfoderata, ma sembra quasi riposta. In sostanza, non è una vittoria del male con altro male, ma la vittoria del bene sul male.

La statua ha delle movenze del tutto naturali, in particolare lo storico ci faceva notare la curvatura del braccio e della mano destra che impugna la spada, inoltre anche le dita delle mani sono realistiche tali da far vedere, con una perfetta separazione, falange, falangina e falangetta. La formula compositiva della scultura è il “chiasmo”, usato dagli antichi greci, e cioè la statua è raffigurata con l’arto inferiore flesso e l’arto superiore del lato opposto teso e viceversa. Si usava e si usa questa tecnica per risolvere il problema dell’equilibrio della figura.

Il volto di Santa Caterina, come quello delle altre statue e Madonne scolpite da Scrivo, è sempre uguale, tanto che Solferino ha dedotto che possa trattarsi del volto della madre o di un amore non realizzato, visto che lo scultore rimase celibe.
Il relatore ha inoltre dedotto che lo Scrivo dovesse essere un uomo di preghiera e comunque di profonda vita spirituale, visto la bellezza eterea che riusciva ad imprimere ai suoi lavori.

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La conclusione importante è che la statua di Santa Caterina e le altre opere dello scultore Scrivo dovrebbero essere oggetto di maggiore cura da parte delle popolazioni ove si trovano.
Oltre all’indubbio valore artistico, queste statue appartengono al culto della nostra gente che per decenni è stato tramandato con tante cure e dedizione. (Silvana Franco)

info@meravigliedicalabria.it

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