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Scavi e ricerca, cosa sta cambiando nel Parco Archeologico di Locri

Scavi e ricerca, cosa sta cambiando nel Parco Archeologico di Locri

È un bilancio di mezza estate ricco di attività, quello che arriva dal Parco Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, impegnato da mesi in un processo di riqualificazione che coinvolge scavi, cantieri, con collaborazioni scientifiche e iniziative di valorizzazione.

Dal mese di marzo sono in corso i lavori per l’accessibilità e la fruizione del sito, finanziati dal Ministero della Cultura, con un primo lotto di interventi mirati all’abbattimento delle barriere architettoniche e alla revisione della comunicazione dei percorsi e dei resti archeologici. «Si tratta di un progetto ambizioso e complesso – commenta la Direttrice del Parco Elena Trunfio – non solo per le implicazioni dirette che avrà nel modo di fruire il Parco ma soprattutto perché rappresenta una prima sperimentazione di una metodologia di lavoro che sta guidando tutte le azioni di miglioramento della vasta area archeologica e dei suoi musei».

Il piano operativo è frutto di un lavoro condiviso tra specialisti di diverse aree. I responsabili scientifico e di progetto, Filippo Demma ed Elena Trunfio, hanno promosso fin dall’inizio un’impostazione collegiale, coinvolgendo progettisti, archeologi e studiosi di più ambiti. La progettazione è firmata dallo Studio Michelangelo Pugliese, con il supporto scientifico del Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino, attivo sul sito da oltre cinquant’anni grazie a un accordo di valorizzazione stipulato con la Direzione regionale Musei nazionali Calabria.

Tra le attività condotte in collaborazione, la Missione archeologica estiva, che ha coinvolto circa trenta tra studenti e ricercatori coordinati dai proff. Diego Elia e Valeria Meirano, concentrati sull’area della Stoà a U, oggetto del secondo lotto di riqualificazione che partirà entro l’anno. Gli archeologi hanno seguito anche i lavori nell’area del Tempio di Marasà, secondo quanto previsto dalla convenzione in atto.

Un ulteriore fronte operativo ha riguardato il restauro del pavimento musivo presso la torre quadrata di Parapezza, realizzato nell’ambito di un tirocinio sul campo avviato insieme alla Struttura didattica universitaria in Scienze per la Conservazione e il Restauro dell’Università di Torino, in convenzione con il Centro “La Venaria Reale”. Gli interventi, guidati dal prof. Francesco Brigadeci, hanno permesso di recuperare leggibilità a una superficie compromessa dal tempo. «Stiamo operando su più fronti – dice il prof. Diego Elia – in modo da offrire ai visitatori nuovi percorsi e nuovi punti di osservazione all’interno del Parco. Il lavoro sul terreno implica anche la realizzazione di indagini e verifiche archeologiche: i risultati confluiranno nel progetto di riqualificazione, in cui rientra anche il recupero del pavimento musivo collocato lungo il percorso di visita».

La collaborazione con il Dipartimento torinese ha incluso anche la partecipazione alla rassegna estiva “Dallo scavo alla collezione”, con due appuntamenti lo scorso luglio: la presentazione del volume postumo di Elisa Lissi Caronna, dedicato ai Bothroi della Stoà a U, e un seminario sull’area costiera meridionale della colonia, seguito da una visita agli scavi in corso. «Oltre all’organizzazione e alla partecipazione a convegni scientifici, la disseminazione dei risultati delle ricerche verso le comunità locali e il grande pubblico è al cuore della nostra attività – precisa la prof. Valeria Meirano – e ci vede ora coinvolti nel progetto di comunicazione del nuovo allestimento».

Conclusa la missione sul campo il 25 luglio, le attività congiunte proseguiranno in autunno. I proff. Elia e Meirano, insieme ai dott. Simone Guion e Veronica Bellacicco, lavoreranno al completamento del cantiere dell’area Marasà e alla progettazione del secondo lotto, che includerà anche l’area di Centocamere e il nuovo piano di comunicazione del Parco.

«I mesi già trascorsi sono stati impegnativi e proseguiamo con costanza nel portare avanti il processo di riqualificazione del nostro Parco, per renderlo un sito sempre più accessibile e comunicativo. Ringrazio gli studiosi del Dipartimento e il nostro Direttore Delegato Fabrizio Sudano per l’impegno profuso sinora. Speriamo, entro l’anno, di presentarvi il nuovo volto di questo straordinario luogo della cultura, perché, come amo spesso ripetere, il futuro di Locri Epizefiri è già in costruzione» – conclude la Direttrice Trunfio.

(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it

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