Sport e inclusione, al via all’Unical la sperimentazione
Lo sport è in grado di unire tutti su un terreno di assoluta parità nel divertimento, che però spesso non è effimero, ma trasmette valori e insegnamenti di vita come il sacrificio necessario a raggiungere ogni risultato degno di nota. L’attività sportiva è un fattore che gioca un grande ruolo nell’aggregazione sociale, non lasciando indietro proprio nessuno. Lo sanno bene all’Università della Calabria dove ha preso il via il progetto “Sport attiva mente” volto a promuovere nuove discipline sportive inclusive.
Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca e prevede l’avviamento alla pratica di due nuove discipline: il Torball e il Sitting-volley per valorizzare il binomio sport-disabilità, rivolte anche agli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Martedì 6 giugno, a partire dalle ore 9:00, nel Centro sportivo universitario si terrà una giornata dimostrativa con esercitazioni specifiche per conoscere le nuove discipline proposte che vi anticipiamo.
Il Torball
Ideato per chi ha una disabilità visiva totale, il torball è uno sport di squadra che può essere praticato anche bendati. In campo si affrontano due squadre, composte ognuna da tre giocatori posizionati su altrettanti tappetini che si lanciano con le mani alternativamente raso terra, un pallone sonoro cercando di fare gol.
Il sitting volley
Derivato dalla pallavolo, il sitting volley ne riprende le dinamiche adattandosi alle persone con disabilità. Si gioca seduti sul pavimento ma l’obiettivo è sempre lo stesso: mettere, con un massimo di tre tocchi, la palla a terra sul campo avversario.
Ho sempre saputo che avrei potuto ricominciare a fare scherma. Quando l’ho chiesto ai medici mi hanno, diciamo, sputato in un occhio. Quando l’ho chiesto a quelli delle protesi, si sono messi a ridere. Però io fin da subito ho capito che sarei riuscita a ritornare.
BEBE VIO
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