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Squillace. E se quello scoperto fosse davvero il Vivarium di Cassiodoro?

Squillace. E se quello scoperto fosse davvero il Vivarium di Cassiodoro?

Nelle campagne tra Squillace e Stalettì, in un’area agricola rigogliosa di ulivi e agrumi, sono riprese nel luglio 2025 le ricerche sul possibile sito del Vivarium, il monastero fondato da Cassiodoro nel VI secolo. L’operazione è promossa dall’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace con il supporto del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana, dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro e della Soprintendenza. Gli scavi si svolgono presso l’Antica Villa Ceraso, poco distante dal Parco archeologico di Scolacium.

A parlarne sono le associazioni Mistery Hunters e Mystica Calabria, nell’articolo Vivarium Project: alla ricerca del monastero di Cassiodoro (leggi qui), che racconta così l’inizio della vicenda: «Tutto inizia con un muro. Un frammento antico, venuto alla luce per caso nel bel mezzo di una piantumazione di agrumi, nelle terre assolate della costa ionica calabrese, a Squillace. Lì, tra le pieghe della terra rossa e fertile, si cela un segreto che attraversa i secoli: il misterioso Vivarium, il monastero fondato dal grande senatore romano Cassiodoro.»

L’indagine, precisano nell’articolo, non si limita a un intento archeologico. È anche un recupero di memoria storica e culturale. Cassiodoro, figura centrale del passaggio dalla romanità al Medioevo, è stato a lungo marginalizzato nelle ricostruzioni storiche, anche per motivi ideologici. Ma il valore della sua opera è oggi rivalutato come precursore di una pedagogia fondata sul sapere e sulla trasmissione del pensiero.

Nel Vivarium, Cassiodoro aveva realizzato qualcosa di inedito per il suo tempo: un luogo di studio in cui la trascrizione dei testi antichi diventava parte di una pratica religiosa e civile. Un’idea rivoluzionaria, a cui si ispireranno i modelli monastici medievali e, più tardi, le università europee: «Il suo scriptorium non era un rifugio, ma un’officina intellettuale. Un luogo in cui il monaco non abbandonava il mondo, ma lo serviva con la penna.»

La portata di questo progetto riguarda anche la causa di beatificazione di Cassiodoro, avviata nel 2020, che ha infatti riacceso anche l’interesse per l’uomo e per la forza della sua visione: «Oggi il Vivarium Project – si legge ancora nell’articolo – non è solo un’impresa archeologica: è parte della causa di beatificazione di Cassiodoro, avviata nel 2020. La Chiesa vuole dimostrare l’esistenza di un culto ininterrotto ‘ab immemorabili tempore’.»

La rilettura della sua figura passa anche per il contesto materiale. Alcune scoperte nel sottosuolo dell’area in esame hanno riaperto la discussione sull’esatta ubicazione del monastero, in particolare :«Il ritrovamento di una villa suburbana romana, attiva dal II al VII secolo d.C., con ambienti termali, un calidarium, una sepoltura gotica con fibula e una domus con resti ceramici, porta nuova linfa al dibattito sull’ubicazione del Vivarium.»

Gli archeologi non confermano nulla, ma le evidenze stratigrafiche e i riferimenti documentari portano a considerare l’ipotesi tutt’altro che peregrina: «Gli scavi in località Ceraso hanno rivelato una continuità abitativa coeva a Cassiodoro, in un territorio che la documentazione antica attribuisce proprio alla sua famiglia.»

A guidare le attività sul campo ci sono il professor Gabriele Castiglia e il dottor Domenico Benoci, con un team internazionale di studenti, tra cui anche giovani calabresi. L’articolo mette in evidenza il significato simbolico e formativo dell’iniziativa: «Il Vivarium Project non è soltanto un cantiere di scavo. È un’opera di riparazione storica.»

Il futuro del progetto va anche verso la realizzazione di qualcosa che possa trasformare un ipotetico luogo del passato in una risorsa attuale per il territorio. Come si legge ancora nell’articolo: «Questo fantastico progetto deve diventare in futuro una proposta culturale permanente, con un museo, un parco archeologico, una rete internazionale. […] L’idea che l’arte contemporanea possa contribuire alla valorizzazione dei luoghi cassiodorei è rivoluzionaria.»

In attesa della conferma dei risultati, l’ipotesi che i ritrovamenti possano essere proprio del Vivarium resta in piedi. Il lavoro degli archeologi potrebbe presto rivelare conferme materiali che diano forma a quello che oggi è ancora un vuoto nella storia. Come scrivono le associazioni: «Nel Vivarium si copiava in silenzio, per salvare la parola. Oggi si scava in silenzio, per ritrovare le tracce di quei copisti.»

(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it

foto: Alfonso Morelli (team Mistery Hunters) e Francesco Proposto

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