Vanity Fair traccia la mappa dei sei borghi calabresi che non vogliono essere dimenticati

“Calabria fuori rotta: 6 piccoli borghi che non vogliono essere dimenticati” è il titolo del viaggio “slow” – sul versante ionico della Calabria – proposto da Vanity Fair. Un tour alla scoperta di sei borghi poco conosciuti ma ricchi di identità, tradizioni e rinascita. L’idea è di allontanarsi dalle mete turistiche più inflazionate per scoprire “dall’interno” piccoli centri che resistono allo spopolamento e alla standardizzazione. La bellezza della Calabria emerge – come si legge – non solo nei panorami ma nei saperi antichi, nelle feste popolari, nelle arti locali, e nella capacità di fondere antico e contemporaneo. Gli sforzi devono essere orientati ad un turismo più consapevole e “fuori rotta”, che sappia apprezzare l’essenza dei luoghi, la lentezza, la resilienza.
La scelta dei borghi mette in luce territori che non vogliono essere dimenticati e che reagiscono alle difficoltà (come lo spopolamento, l’assenza di servizi e l’economia debole) valorizzando la biodiversità, i saperi locali, gli antichi mestieri e le storie di artigianato e cultura. La Calabria, si mostra come regione caratterizzata da angoli autentici tutti da scoprire.



I sei borghi selezionati da Vanity Fair
- Amaroni (CZ)
- Situato nella vallata del torrente Ghetterello, con vicoli, ruderi basiliani e forte vocazione all’apicoltura.
- “Città del Miele”, con un brand locale “Amaroni Mieli” nato nel 2012.
- Eventi da non perdere: festa di Santa Barbara (4 dicembre) e quella di Santa Lucia (13 dicembre) con un particolare rito folkloristico, il “Ballo du Bagagghjiadu”.
- Camini (RC)
- Piccolo centro che ha attivato un progetto di integrazione sociale — “Jungi Mundu” (“Unisci il mondo”) — per invertire la tendenza allo spopolamento.
- Il borgo è immerso tra pini, ulivi, vigneti e castagni, affacciato sul mare Ionio ma radicato nella collina.
- Palermiti (CZ)
- Paese caratterizzato da uliveti, querce, castagni; architettura essenziale e una forte capacità di unire sacro e profano.
- È emersa una scoperta archeologica: cavità rupestri con segni di culto paleocristiano (VI–VIII secolo) che indicano la presenza di monaci eremiti.
- Santa Caterina dello Ionio (CZ)
- Arroccato sulla roccia davanti al mare, fondato tra IX e X secolo dai monaci basiliani.
- Conserva la Torre Sant’Antonio (anche detta Cavallara) e la valle del fiume Ponzo con calanchi argillosi e antichi “palmenti” rupestri (vasche di vinificazione) con incisioni greche.
- Guardavalle (CZ)
- Tra le architetture spiccano la Basilica di San Carlo Borromeo (ruderi) e la chiesa di Sant’Agazio con una pala ottocentesca di Tommaso Martini.
- Si è rilanciato con botteghe creative che uniscono artigianato tradizionale e visione contemporanea, ad esempio “Il Catojo delle Erbe”, un laboratorio didattico di erbe spontanee.
- Sant’Agata del Bianco (RC)
- Borgo collinare nel Parco Nazionale dell’Aspromonte, natale dello scrittore Saverio Strati.
- È stato creato un percorso artistico-letterario che ha ridefinito l’assetto urbano: murales, sculture, arte contemporanea si fondono con la memoria della civiltà contadina.
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