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Vendemmia d’agosto: in Calabria l’avvio tra speranze e disillusioni

Vendemmia d’agosto: in Calabria l’avvio tra speranze e disillusioni

Vigna che vai, vitigno che trovi. Come il terreno cambia a ogni palmo, dicevano gli antichi e saggi agricoltori, anche la vendemmia, che vive il suo momento unicum, poi si differenzia via via nella raccolta per tempi e modi.

Ai nastri di partenza la Cantina Librandi, che a Rocca di Neto ha iniziato le raccolte delle uve Chardonnay e Sauvignon per la base spumante e per i bianchi secchi. Le uve sono sane, con buon grado zuccherino e, soprattutto, sono ottimi i parametri analitici di acidità e pH.

L’anticipo della vendemmia serve proprio a preservare le pregevoli caratteristiche dei profumi varietali, dei componenti di freschezza olfattiva e gustativa, che si ritroveranno nel futuro vino.

Ma se l’agronomo Davide De Santis, della Cantina Librandi, è più ottimista rispetto alla passata vendemmia 2024 – che ha imposto “una scelta sulla gestione del vigneto per via del cambiamento climatico, indirizzata verso nuove scelte agronomiche e saggia tecnica colturale, perché la qualità delle uve mal si concilia con le alte e perduranti temperature” – in altre zone (Roccabernarda, Bianco) lo sconforto predomina per i danni provocati dal caldo infernale, non ristorate né da acqua dal cielo né da terra.

Grappoli arsi dal sole, peronospora fuori controllo in alcuni vigneti e cicaline – piccoli insetti che attaccano le foglie – danno l’idea di come la vigna sia un campo di battaglia tra una sommatoria di attacchi biotici, prevedibili o imprevedibili, a cui spesso non si ha la “prontezza di rispondere” o che “sfuggono al controllo con interventi sistemici e sistematici, mandando in fumo il lavoro di un anno” – ha dichiarato De Santis, insieme all’agronomo Antonio Giglio.

Pensiamoci, allora, quando sorseggiamo un calice di vino, in riva al mare o al tramonto, per chi gode di questo momento di ferie estive.

Nei vigneti la realtà è molto complessa

Pensiamo alla fatica, al sudore e alle preoccupazioni per un raccolto dopo un anno di tribolazioni, per tanti piccoli e grandi viticoltori alle prese, a notte fonda, fari accesi nei filari, con i lavori di difesa o di raccolta dei primi grappoli, e nelle condizioni di sicurezza per gli operatori tutti.

Le vigne del Cirotano, e di altre aree viticole senza impianto d’irrigazione, sono veramente sofferenti: foglie afflosciate, grappoli di piccole dimensioni ma sani sotto il profilo sanitario.

La sete della terra, la durata del caldo afoso e le mancate escursioni termiche, soprattutto in aree di pianura, condizionano la formazione dei precursori aromatici per uve e vini di qualità.

Aspettiamo le piogge agostane, che possono contenere i danni del solleone e, più che preoccuparci nelle previsioni non tanto e non solo delle rese (stime del +10%), dovremmo riflettere su come reggere l’impatto del climate change, come abbassare le gradazioni alcoliche e come trattenere la preziosa acqua ristoratrice per la fisiologia delle viti e del conseguente calice di vino. E comunque, per adesso, buona vendemmia, Calabria.

di Saveria Sesto (info@meravigliedicalabria.it)

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