Villa Caristo, il tesoro barocco si apre al pubblico

Villa Caristo si apre al pubblico per il primo maggio. La settecentesca struttura in località Scinà di Stignano sarà visitabile il primo maggio dalle 10,30 alle 18. La visita comprende la passeggiata tra i giardini settecenteschi dal “viale delle rose” alla fontana dei delfini, la fontana del ninfeo con i sedili maiolicati a firma del maestro riggiolaro Giuseppe Massa, il gruppo marmoreo di Clorinda e Tancredi tratto dal canto XII della Gerusalemme Liberata. Al piano terra le sala ottagonale dall’acustica straordinaria, la saletta di caccia e la sala con gli affreschi dei feudi del Marchese Clemente.
Il barocco che impera e la leggenda
Si tratta dell’esempio più significativo dell’arte barocca in Calabria e la leggenda racconta che Villa Caristo sia stata edificata sulle rovine di una villa di epoca romana. Sarebbe appartenuta al Stenius da cui sarebbe poi derivato il nome dell’attuale Stignano.



Finora non sono stati eseguiti studi e ricerche approfonditi per conoscere l’architetto che progettò e realizzò questo magnifico palazzo e il parco circostante, veri ed unici gioielli che richiamano per stile, ricchezze ornamentali ed eleganza, le ville vesuviane.

Secondo l’opinione più accreditata infatti, tale villa sarebbe da attribuire ad epigoni del Vanvitelli o del Sanfelice o del Vaccaro, che la idearono, spronati dal fervore edilizio avvenuto nel napoletano durante il periodo borbonico.
Col trascorrere degli anni, oltre all’insulto del tempo, la villa subì gravi ed irreparabili spoliazioni: a ragion veduta si calcola che circa un centinaio di statue di marmo di Paros furono sottratte furtivamente per abbellire ville signorili del vicinato. La deliziosa fontana dei delfini, in fondo al belvedere straordinariamente elegante nel suo impianto semplicistico, fa ricordare la statua di Leda e il Cigno collocata nella fontana allegorica di Villa Signorino a Ercolano, di attribuzione Vaccariana.

La facciata della villa, costituita da un’imponente costruzione a due piani, accoglie una scala a “tenaglia”, elemento presente anche nella villa del principe Spinelli di Tarsia, eseguita dal Vaccaro. Ai piedi della scala, centralmente, vi è il gruppo marmoreo raffigurante Tancredi che battezza Clorinda morente (canto XII della Gerusalemme Liberata), unico in Italia e nel Mondo. Il noto critico d’arte Carlo Giulio Argan aveva escluso l’esistenza di figure plastiche riconducibili al poema del Tasso.
Ritratta nella serie filatelica delle Poste e nei libri d’arte

La villa per la fine bellezza e unicità, fu prescelta accanto alla Regia di Stupinigi, alla Villa dei principi Mellone di Lecce e al palazzo Doria Pamphili di Genova per la serie filatelica ‘Le ville D’Italia’ emessa dalle Poste Italiane nel 1984. Per i più interessati ai cenni storici è stato realizzato un libro inedito dal titolo “Villa Caristo” disponibile all’interno della Villa.
Per le sue qualità, un esempio più unico che raro, fu definita dall’artista e critico d’arte calabrese, Alfonso Frangipane «la più bella e la più architettonica della regione, degna dei dintorni di Napoli, come di Torino settecentesca e di Catania barocca».
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