“Viticoltori per passione”: a Villa Rendano la prima verticale di Giraldi&Giraldi

Cosenza, Villa Rendano, interno giorno. Vociare e baci sulle guance tra persone che non si vedono da tempo, “sa-sa prova” al microfono, tintinnio di calici, sommelier che si aggirano per i tavoli con il tastevin al collo, bottiglie di vino sui tavolini di legno al posto dei soprammobili, due maxi-schermi e tanto fermento.

Poteva essere un venerdì pomeriggio qualunque di inizio primavera, invece è diventata una data da ricordare, probabilmente la prima di tante del progetto “Viticoltori per passione – Giovani vignaioli crescono”, ovvero una verticale di Magliocco, vitigno principe delle Terre di Cosenza, nato dalla volontà dell’Accademia del Magliocco e Cantine Giraldi&Giraldi. «Abbiamo una responsabilità enorme», ha detto Maurizio Rodighiero, presidente dell’Accademia. «Siamo un territorio che non esprime quantitativamente quello che dovrebbe. Ma qualitativamente sì. Abbiamo il compito di comunicarlo insieme al racconto dei giovani viticoltori perché se un futuro c’è è nelle mani di chi sta, letteralmente, con i piedi per terra e nella terra continua ad investire».
In principio era il prof. di Agraria
Cantine Giraldi&Giraldi è lo specchio di Alessandro e Pierfrancesco Giraldi, gemelli innamorati della Calabria. Erano soltanto dei diciottenni quando, incuriositi dalle lezioni di agraria del prof. delle superiori, hanno iniziato quasi per gioco a coltivare una piccola vigna a Rende. Il resto è storia di una nuova generazione di viticoltori che, a differenza di quanto capita spesso in mezzo ai filari, non ha ereditato azienda e grappoli. I fratelli hanno iniziato da zero e oggi raccolgono, letteralmente, i frutti di tanto coraggio e tanta lungimiranza con grande umiltà e gratitudine.

Erano emozionati al tavolo insieme a Valerio Caparelli, direttore d’orchestra in questo concerto di vino, Rodighiero e Francesca Oliverio, Sommelier Wine Master e voce narrante della degustazione. È stata lei alla guida di questa straordinaria macchina del tempo senza ruote né volante che ha portato gli ospiti in sala a viaggiare indietro, calice dopo calice. La cosiddetta “verticale”, infatti, è una degustazione che propone lo stesso vino di annate diverse. In questo caso siamo andati alla scoperta dell’evoluzione dei “Monaci”, il Magliocco in purezza dell’azienda, “una certezza”, come l’ha definita la Oliverio, “un’etichetta comfort, una di quelle bottiglie che tutti abbiamo a casa e che stasera guarderemo da un altro punto di vista”.
Un viaggio nel tempo
La retrospettiva ci ha permesso di riflettere sull’impegno della cantina che ha tenuto fede al prodotto e al territorio riuscendo comunque a portare quelle innovazioni necessarie ad un salto di qualità. 2021, 2019, 2017, 2015, 2013: ogni calice un racconto, una storia, un ricordo, un profumo, una suggestione, una scoperta. Se nessuno avesse rivelato l’età del vino, difficilmente avremmo dato così tanti anni a certe bevute.

Quello che ha colpito di più, tra tecnici ed amator, la carica di colore e la luce di un rosso che sfida il tempo e non impallidisce. Anzi: si tempra tirando fuori certe meraviglie che le ultime annate, al confronto, sembrano delle matricole in erba. I pareri e i palati sono variegati: c’è chi ha amato l’incredibile freschezza dell’annata 2015, chi il calore della 2017.


Ma su una cosa il parere è stato unanime: l’annata 2013, che forse spaventava e incuriosiva di più produttori e bevitori quanto a stato evolutivo, si è rivelata una chicca finale per il palato, soprattutto quando si è azzardato l’abbinamento con la varchiglia, tipico dolce cosentino a base di frolla, cioccolato e frutta secca. Un dolce secco con un rosso secco e agé? Chi l’ha detto che non si può? Quel boccone insieme al sorso restano un ricordo che tutti vorremmo continuare a masticare.
Il racconto di un territorio
Viaggiare nel tempo sulle note del nostro Magliocco è sdraiarsi in un bosco a respirare terra e piccoli frutti rossi, perdersi in un mercato a respirare spezie e tabacco, passeggiare nei campi dove il vento soffia profumo di alloro ed erba essiccata al sole: un sorso ti porta altrove e un calice potrebbe durare ore perché ogni volta prende qualcosa dal passato e te lo racconta.

Se dobbiamo «essere bravi a raccontare il nostro territorio», come ha detto l’assessore alle Politiche Agricole della Regione Calabria Gianluca Gallo (nella foto, a sinistra) che, in sala, ha partecipato alla degustazione, i “Giraldini”, come li chiama affettuosamente lui, oggi hanno superato la prova a pieni voti.
E non perché ci sia il bisogno di dimostrare qualcosa: semplicemente perché il talento, l’impegno e certi risultati sono un modello virtuoso da prendere come esempio. “Viticoltori per passione”, in fondo, nasce proprio per parlare di giovani ai giovani e piantare un seme di speranza nella stessa terra in cui Alessandro e Pierfrancesco hanno creduto e investito. «Siamo stati fortunati – ha raccontato Pierfrancesco – ad avere dei genitori che hanno creduto e sostenuto questo sogno. Il nostro unico fondo perduto è stato papà. Gli abbiamo detto investi con noi, vedrai che ti ridaremo tutto”! Scherzano i gemelli e i gli occhi dei genitori brillano, si vede la luce dall’ultima fila.

È stata una verticale ed è andato tutto dritto, “tutto oltre le nostre aspettative”, hanno detto i fratelli Giraldi. La verità è che quando si lavora con amore per la propria terra e grande umiltà, si può procedere in qualunque verso: si finirà sempre per puntare dritto al cuore. (Rachele Grandinetti)
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