Calabria, meta ambita dagli amanti del turismo lento

Secondo la prima regola contenuta nel decalogo dello slow toursim manifesto – nato dalla scrittrice Nicky Gardner nel 2009 – il turismo lento è una condizione mentale che comincia tra le mura domestiche prima ancora della partenza. Esso si muove in maniera sostenibile attraverso autobus, treni locali e bici impiegando ogni mezzo che garantisce una stretta connessione con il paesaggio, punta a scoprire la cultura e i dialetti del posto e rifiuta la frenesia della vita quotidiana cercando di visitare, senza impazienza, destinazioni magari nascoste per rilassarsi e godersi un’esperienza autentica e di qualità rispettando l’ambiente. Insomma, l’esatto opposto offerto dalle mete “mordi e fuggi” aggredite dal turismo di massa, spesso più attento ad ostentare selfie e video della durata di ventiquattro ore contenenti l’ennesima destinazione collezionata sui social senza terminare i viaggi particolarmente arricchiti attraverso il confronto con le tradizioni e la cultura locale.
Probabilmente Nicky Gardner non lo sapeva ma nello slow tourism manifesto ha descritto molte delle peculiarità dell’offerta turistica calabrese. Un viaggio nell’anima prima ancora che nello spirito dei luoghi – cioè in quello che i romani hanno magistralmente definito genius loci – nella cultura e nei paesaggi capaci di coniugare passato e presente, in ottocento chilometri di coste bagnate da due mari che si congiungono alla montagna, associando all’enogastronomia una sacra ospitalità familiare. Comunità locali in grado di offrire autentiche e sfaccettate esperienze turistiche di qualità in ogni stagione e non soltanto in quella estiva, tre parchi naturali (Pollino, Sila e Aspromonte) tutti da scoprire assieme ad antiche tradizioni e artigianato proposti in chiave moderna.



E come non citare i percorsi turistici dedicati alla degustazione dell’olio e del vino attraversando i territori della loro produzione tra peculiari vitigni autoctoni e ulivi mediterranei di assoluta qualità, in una regione che si scrive Calabria ma si legge ancora Enotria a testimonianza dell’eccellenza delle sue uve che venivano offerte come premio ai vincitori delle Olimpiadi nell’antica Grecia.
info@meravigliedicalabria.it