A caccia di tesori sommersi, il MiC in prima linea in Calabria
Il mare testimone e custode della storia, della cultura millenaria calabrese, dei suoi tesori subacquei e della ricchezza storico-culturale dei territori, fulcro di scambi economici nonché di passaggio e di controllo militare. Così il Segretariato regionale del MiC per la Calabria racconta l’attività che viene portata avanti per difendere le testimonianze storiche presenti nelle acque calabresi.
Un’attività condotta anche dalla funzionaria archeologa del patrimonio subacqueo del Segretariato Regionale del MiC per la Calabria Alessandra Ghelli che la direzione ringrazia per «il suo impegno quotidiano nella promozione e salvaguardia dei nostri beni sommersi».
«Il mare della Calabria – sottolineano dal Segretariato – rimanda alla radice profonda della nostra cultura mediterranea, ai miti ancestrali. Il mare diventa ammaliatore. Lasciata la costa, alla ricerca di nuove strade, non già tracciate, si mette in crisi la centralità della terra, che tanto ci rende sicuri: l’infinito è spaventoso e la libertà non sembra gestibile. Il mare è per persone coraggiose con sete di conoscenza».
Nei giorni scorsi sempre per garantire le attività di ricerca funzionari archeologi subacquei del MiC, insieme a geofisici marini, professionisti tecnici e ai Carabinieri del Nucleo Subacquei di Messina, hanno lavorato al largo delle coste reggine.
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