“BlueCulTour”: il mare come museo e motore di sviluppo per il turismo culturale

“Sviluppare un prodotto turistico macroregionale destinato a promuovere il patrimonio culturale
subacqueo, valorizzando la bellezza e il valore unico delle risorse naturali e culturali sommerse nei
fondali del Mar Ionio e rafforzare la cooperazione interregionale tra Calabria, Puglia e Grecia
occidentale per lo sviluppo di modelli di turismo sostenibile, compatibili con lo sviluppo del
territorio e l’ambiente circostante, in questo caso quello marino”: con queste parole il professor
Fabio Bruno dell’Università della Calabria, nella sua veste di coordinatore, ha presentato il progetto
“BlueCulTour – Interconnecting Blue Cultural Tourism Offer in the Ionian Sea”, finanziato
dal Programma Interreg Grecia-Italia 2021-2027.
Il progetto, che ha ricevuto un finanziamento di un milione e duecentomila euro ed avrà una durata
di due anni, sarà svolto in partnership con la Regione Calabria, la Soprintendenza nazionale per il
patrimonio culturale subacqueo e la Municipalità greca di Kyllini, e sarà supportato anche
dall’Eforato per le Antichità Subacquee del Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia e
dall’Area Marina Protetta “Capo Rizzuto” (Calabria).
All’incontro di presentazione, moderato da Fabio Bruno, sono intervenuti Maurizio Muzzupappa,
delegato del Rettore al Trasferimento tecnologico, Gianfranco Gadaleta, coordinatore del
Segretariato del Programma Interreg Grecia – Italia, Francesca Romana Paolillo, Soprintendente
della Soprintendenza nazionale per il patrimonio culturale subacqueo, Cosimo Carmelo Caridi,
dirigente del dipartimento Turismo, marketing territoriale, trasporto pubblico locale e mobilità
sostenibile della Regione Calabria.
“Questo progetto – ha spiegato Maurizio Muzzupappa – incarna pienamente la terza missione
dell’università. Si tratta di un’iniziativa che unisce tecnologia, ricerca e impatto sociale, offrendo un
servizio concreto al territorio in chiave di promozione turistica e culturale. Il progetto punta a
trasferire tecnologie avanzate al settore dei beni culturali e a offrire esperienze culturali immersive e
significative per turisti, integrando la digitalizzazione e l’esperienza diretta e sensoriale”.
“La Regione Calabria – ha evidenziato Cosimo Carmelo Caridi – ha riconosciuto l’importanza di
questo intervento, ponendosi l’obiettivo di collegare domanda e offerta turistica, coinvolgere gli
stakeholder, programmare attività promozionali, e mettere in rete servizi specializzati, con
particolare attenzione all’innovazione e digitalizzazione. Il progetto si rivolge a un pubblico di appassionati di alto profilo, diventa così una vera perla per la Calabria, in grado di generare
sviluppo e attrattività per il territorio”.
La soprintendente Paolillo ha richiamato l’idea che “il mare è il museo più grande del mondo”,
sottolineando però che si tratta di un museo ancora in gran parte sconosciuto, e proprio per questo è
fondamentale sviluppare percorsi di consapevolezza e conoscenza: “ è importante – ha dichiarato –
lavorare insieme ai partner per promuovere buone pratiche di gestione e fruizione, affinché chi entra
in contatto con questi beni sia in grado di contribuire alla loro conservazione”.
“Tra i 37 progetti finanziati – ha sottolineato Gianfranco Gadaleta – questo è l’unico con leadership
calabrese, un risultato importante per il territorio. Questa cooperazione territoriale dimostra, in un
momento storico particolare, l’importanza del dialogo, e della conoscenza, per promuovere armonia
e collaborazione. L’iniziativa è un esempio virtuoso, capace di rafforzare le sinergie locali e
promuovere uno sviluppo sostenibile, mirando a un turismo di nicchia, attento, rispettoso e in grado
di lasciare valore sul territorio, in contrapposizione al turismo di massa che spesso impoverisce”.
“BlueCulTour” prevede azioni pilota in tre destinazioni strategiche: in Calabria, lungo la costa
ionica da Crotone a Roccella Ionica, con tre relitti di epoca moderna; in Puglia, nel Golfo di
Taranto, con il relitto dei sarcofagi di San Pietro in Bevagna, e la Baia di Saturo, dove si trovano i
resti di tre relitti; in Grecia Occidentale, nel porto sommerso dell’antica Kyllene e della medievale
Glarentza, nel Peloponneso nord-occidentale, importante approdo per i pellegrini diretti a Olimpia.
Tra le azioni previste ci sono la creazione di Blue Heritage Centers in ciascun sito pilota, dove i
visitatori potranno esplorare il patrimonio sommerso grazie a esperienze digitali immersive, e un
programma di formazione e networking rivolto agli operatori turistici, alle imprese culturali e
creative e agli altri stakeholder locali, per incentivare la co-creazione e la promozione partecipata
del turismo culturale blu.
BlueCulTour, infatti, si inserisce pienamente nella visione della Blue Economy, un modello
economico sostenibile che promuove l’uso responsabile delle risorse marine e costiere per creare
crescita economica, occupazione e protezione dell’ambiente marino. Secondo la Commissione
Europea, la Blue Economy coinvolge settori strategici come la pesca, il turismo costiero e
marittimo, le energie rinnovabili marine, la biotecnologia blu e la tutela del patrimonio marino.
Con BlueCulTour, la cooperazione transfrontaliera si traduce in un investimento strategico nella
valorizzazione del patrimonio sommerso e nella creazione di nuove opportunità economiche legate
al mare, in linea con i principi della Blue Economy europea.