Da Milano a Gallicianò. Appunti di viaggio di Noemi Evoli

Quando ci è arrivata la richiesta di accompagnare 50 studenti del terzo anno del Liceo Classico Manzoni di Milano da Amendolea a Gallicianò, via Sentiero dell’Inglese, non potevamo credere alle nostre orecchie.
Abbiamo prontamente sconsigliato l’itinerario e suggerito mille alternative di gran lunga più semplici, ma non c’è stato niente da fare:Â
– Siamo scesi da Milano apposta. I ragazzi sono entusiasti, equipaggiati e preparati ad affrontare questo cammino. Hanno visto questi luoghi in fotografia, letto Corrado Alvaro e non vedono l’ora di conoscere la ‘gente in Aspromonte’ che parla ancora la lingua dei greci di Calabria , arrivando a Gallicianò a piedi.
– Ma la salita, il dislivello, la fiumara, le ore di cammino, qualche piccolo tratto tra cisti, rovi e ginestra, è un percorso escursionistico non è…
– Siamo pronti, conosco i miei ragazzi!
– Ok Professoressa, andiamo.
Partiamo dal ponte di San Carlo in tarda mattinata, arriviamo a Gallicianó nel primo pomeriggio.
Il passaggio in fiumara, i paesaggi straordinari, gli esplosivi profumi della primavera, lo scampanellio delle capre, il pranzo al casello forestale e tutta la bellezza intorno, accompagnano questi giovani passi sicuri e decisi alla meta.
Arrivati finalmente in piazza, sotto il tempio di San Giovanni, un po’ di riposo e poi via per i vicoli di questo piccolo gioiello, patrimonio dell’umanità .

È stata una giornata indimenticabile. Che ha insegnato tanto. A me. A noi guide.
Ragazzi splendidi, sorridenti, curiosi e attenti.
L’incontro con Mimmo, Giovanni, Padre Elia e la piccola comunità di Gallicianò è stato emozionante anche per me.
Il tempo a volte passa troppo in fretta.
-Ragazzi è arrivato il momento di andare”
Un gruppetto di studenti siede sui gradini del piccolo teatro, con gli occhi proiettati verso la vallata.
– Stanchi eh?
– No è che noi, a Milano, questo silenzio non ce l’abbiamo. Questi luoghi… È bellissimo.
Non vogliamo andare via.
-Tornate. Tornate presto.
Grazie ragazzi.
Grazie Prof.
Grazie Aspromonte.