Dove tutto è cominciato: la Calabria al Vinitaly 2024

Quattro giorni, 97mila visitatori, operatori esteri provenienti da 140 Paesi di cui 3700 soltanto dagli Stati Uniti. Sono i numeri della 56° edizione del Vinitaly, la fiera del vino che ogni anno accende i riflettori su Verona e sul mondo del vino. Non un semplice salone ma un momento di incontro e confronto, di emozioni e grandi scoperte. Perché, al di là delle cifre, Vinitaly è soprattutto questo: regalarsi del tempo ad ogni stand per conoscere i produttori, le storie delle aziende e tutto quello che c’è prima e dietro un calice.


È un appuntamento che, più che con i numeri, si può raccontare con il cuore perché è un’esperienza personale e sensoriale senza pari. Lo spazio che Veronafiere dedica a Vinitaly è immenso e la prima lezione che impari quando metti un piede dentro è: scarpe comode! Perché spostarsi da un padiglione all’altro fa davvero la gioia del contapassi ma è così bello che resterai dentro per tutto il tempo, non esiste stanchezza la sera e nemmeno al mattino quando la sveglia suona presto. E no, non è l’alcol: è la gioia di far parte di qualcosa di grande. Tra l’altro, a dirla tutta, sul podio dei grandi temi di quest’anno vince a mani basse la questione vini dealcolati: favorevoli o contrari? Seguono l’avanzata dei bianchi sui rossi e il successo crescente delle bollicine sia in termini produttivi che di domanda interna ed estera.
Ottanta cantine, un solo stand
Vinitaly non è solo espositori e degustazione ma un’opportunità per perfezionarsi professionalmente, imparare ed emozionarsi. Perché certe masterclass ci hanno regalato una lacrima sul viso quando il vino è diventata occasione per parlare di se stessi, dell’amore, della vita. Un fitto calendario di incontri ha animato i padiglioni di tutte le regioni e pure il centro di Verona, perché oltre alla fiera, l’evento continua con gli appuntamenti collaterali di “Vinitaly and The City”, ovvero: calici e romanticismo tutto intorno a te. Impossibile passeggiare in Piazza delle Erbe e non inoltrarsi più in là a spiare nel cortile su cui affaccia il balcone di Giulietta. Verona è la testimonianza di un grande amore e Vinitaly di una grande passione: quella che gli italiani hanno per il vino, ad ogni latitudine.

A proposito di coordinate, la Calabria quest’anno era posizionata nel padiglione 12 con una bellissima novità: per la prima volta, infatti, tutte le cantine si sono riunite all’interno dello stesso settore. Ottanta, per la precisione, a raccontare, da Nord a Sud, dalle Terre di Cosenza a Bianco, vitigni autoctoni e storia, colori, profumi, suggestioni. E non c’era niente di più bello di sentire davanti alla porta d’ingresso voci dall’accento di “su” gridare: “Dai, vediamo cosa c’è in Calabria!”.


C’erano tante cose: il banco degustazione con i nostri sommelier e le pareti piene di bottiglie, lo studio Rai Radio 2 e Rai Isoradio per le interviste, l’angolo liquori e distillati, la sala per le masterclass, l’area food, i salottini dove accomodarsi con i produttori per conoscere le aziende e, alla fine, portarsi a casa un pezzetto di Calabria.
La Nouvelle Vague


Se dovessimo raccontare la Calabria al Vinitaly 2024 in tre parole sarebbero senza dubbio positività, unione, futuro. Perché l’aver condiviso lo spazio, gomito a gomito piccoli e grandi produttori, Ionio e Tirreno, mare e monti, DOC storiche e giovani realtà, ha trasmesso a tutti – visitatori e operatori – la sensazione di essere parte di una sola, bellissima realtà. Un’atmosfera contagiosa, a quanto pare, perché anche negli altri stand mentre sognavi ad occhi aperti degustando un Barolo o un Franciacorta, sgamato l’accento calabrese, iniziavano racconti su un rinnovato impulso del comparto vitivinicolo calabrese: una nouvelle vague che non ha più nulla a che fare con vino sfuso e uve internazionali che tanto crescono ovunque, ma un nuovo vento che soffia e porta in giro i nostri autoctoni e la voglia di proiettarsi verso il futuro facendo risplendere le antiche glorie.


Infatti, mai claim fu più azzeccato perché la nostra Calabria Straordinaria quest’anno ha deciso di accogliere il pubblico con lo slogan: “Dove tutto è cominciato”. Una storia millenaria, la nostra, che ha visto – paradossalmente – scorrere un lungo periodo di silenzio. Adesso, però, è tutta un’altra musica e viaggia sulle note speziate del Magliocco e del Gaglioppo e su quelle di frutti e fiori freschi del Greco Bianco, tanto per canticchiare qualcosa in apertura. Fosse una playlist, siamo certi che tutti avrebbero scaricato sui loro device “Calabria”.

C’è sempre il cartellone che annuncia le date del prossimo anno all’uscita del Vinitaly: dal 6 al 9 aprile 2025 sarà ancora vino, emozione e scoperta. Sarà ancora un nuovo, magnifico viaggio in Calabria. (Rachele Grandinetti)
info@meravigliedicalabria.it