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“Fate i tuoni”, l’accoglienza dei curdi a Badolato diviene un romanzo

“Fate i tuoni”, l’accoglienza dei curdi a Badolato diviene un romanzo

La storia dell’accoglienza dei curdi a Badolato. La solidarietà espressa da una comunità intera nella gestione di quell’emergenza. Qualcosa di straordinario, clamoroso e nello stesso tempo esemplare. Sono gli ingredienti del romanzo “Fate i tuoni” dello scrittore cosentino Michele D’Ignazio. Un volume edito da Rizzoli che ripercorre quell’esperienza: l’accoglienza nelle case del borgo di Badolato per centinaia di profughi della nave Ararat dal fortunoso sbarco del 27 dicembre 1997. Un evento talmente bello da meritare all’epoca una copertura mediatica mondiale. Fu il primo esempio di altri che si sono caratterizzati per l’umanità delle gesta a Riace di Domenico Lucano e in altri borghi calabresi come Acquaformosa, Caulonia e Placanica.

La storia di Badolato per la bellezza della vicenda è stata immortalata anche dal cinema e non solo. Basti citare film come “Hasan si è fermato a Badolato” (2000) dello statunitense Jan Ralske, come “Il volo” del tedesco Wim Wenders nel 2010 o il lungo documentario “Badolato amata terra mia tra cielo e mare” (2019) della regista veneta Imelda Bonato. Ora questo nuovo volume, che – come segnala l’associazione cultura di Badolato “L’Università delle Generazioni” – va ad arricchire la «sua “Bibliografia sociale”».
«Un’epopea davvero epica – sottolineano ripercorrendo quella vicenda – che ispira ancora tanti artisti, scrittori, antropologi ed altri prestigiosi intellettuali come esempio di narrazione di come dovrebbe essere ancora oggi l’accoglienza dei migranti, tanto è che se ne sono interessati persino il Parlamento Europeo e altre elevate istituzioni italiane ed estere. E ne è nata così un’apposita Letteratura, cui oggi si aggiunge “Fate i tuoni”».

La trama

Fate i tuoni copertina 2024 - Meraviglie di Calabria - 6

In 28 capitoli e in un Epilogo, Michele D’Ignazio (nato a Cosenza nel 1984) descrive in modo romanzato, ma basandosi sui dati storici veri e propri, i tempi vissuti da Badolato borgo e dalla sua Marina con i ripetuti sbarchi di migranti sulle sue coste e, in particolare, con i curdi dell’Ararat.
Protagonisti principali del racconto sono quattro giovani adolescenti: le cuginette Zaira e Scilla, Nik (un geniale ideatore locale) e Murad un migrante siriano di Aleppo (e i suoi genitori). Ma protagonista è ovviamente pure l’intera comunità badolatese che si è data molto da fare per mettere a disposizione e preparare con grande generosità le case dove accogliere i migranti. Michele D’Ignazio, nei ringraziamenti, riconosce alla locale associazione culturale “La Radice” (il cui omonimo periodico compie 30 anni di ininterrotta attività proprio in questi giorni) i dovuti meriti in questi come in altri eventi che fanno rifulgere la proverbiale umanità pure di tutta la Calabria.

Ad ispirare il racconto storico di Michele D’Ignazio sono stati, in particolare, i coniugi Mimma Piroso e Aldo Gallace della edicola-libreria “Idea Più” di Badolato Marina, che è un prezioso punto di riferimento e di sostegno non soltanto per la popolazione locale e dintorni, ma anche per giornalisti, studiosi, ricercatori, studenti o semplici curiosi e di stranieri che hanno comprato casa in zona e, ovviamente, per i migranti e i turisti stagionali o di tutto l’anno. Il volume verrà presentato prossimamente a Badolato nel clima dei recenti successi televisivi, come il prestigioso secondo posto al concorso nazionale “Borgo dei Borghi” 2024 di Rai Tre, trasmissione Kilimangiaro, e il suo recente inserimento nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”.

info@meravigliedicalabria.it

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