Il Sentiero dei sogni e la Cascata del Vuglio: due gemme di Sangineto – VIDEO

Bucaneve, malvarosa, edera, pungitopo, felce, ulivo, arancio… Altro che biodiversità! Nel “Sentiero dei sogni” che solca il territorio di Sangineto, paese arroccato sulla costa tirrenica cosentina, una natura ubriaca si esprime in tutta la sua esuberanza e ricchezza, a partire da quel sanguinello (Cornus sanguinea), u sangiddritu in dialetto locale, (pianta dalle foglie rosse in autunno e dai duri rami) che dà il nome al paese
Un manto folto e rigoglioso, che sembra essere abitato da ninfe delle acque e dei boschi, tanta è la sensazione di sacralità che emana, circonda questo percorso fino alla “Cascata del Vuglio”, o meglio, “U Gugliu”, come lo chiamano gli abitanti del posto, “la pozza, il buco”.
Non siamo in una riserva protetta, in un terreno stabile e sicuro, per sentieri comodi e confortevoli, ma su una faglia geologica, una “ferita” di quelle profonde e insanabili che la Terra porta dentro, proprio come a volte capita agli uomini. Eppure, qui ogni spasmo diventa zampillo di bellezza, avvalorando una delle ipotesi etimologiche del termine “Calabria”; una sorgente di energia, prodotta dalla melodia degli scrosci e dal fragore delle acque che si rovesciano in un antro naturale.


La Cascata del Vuglio si esibisce in questa grotta tufacea lanciandosi come un potente fascio di luce che prorompe dall’alto e si riversa nella conca sottostante, riflettendo e amplificando i colori della natura.
Acrobazie cromatiche e sonore sono gli effetti speciali di uno spettacolo gratuito a cui si può assistere durante la passeggiata di circa mezz’ora verso il salto dell’acqua; una vera e propria esperienza panica, una totale immersione e fusione con gli elementi naturali, come il groviglio di rami, radici, arbusti e foglie attraverso cui si aprono piccoli varchi e si adagiano ponticelli e passerelle di legno, scale di tronchi e sentieri spianati.



Restituito all’attenzione e alla godibilità di ogni visitatore da gruppi di volontari e dalla Pro Loco di Sangineto, il percorso naturalistico del “Sentiero dei sogni” è ormai diventato meta imperdibile per chi ama scoprire gli angoli ancora poco conosciuti della Calabria.
Una regione che non smette di sorprendere, che si mostra e si nasconde allo stesso tempo, che rivela all’improvviso bellezze dimenticate o mai esplorate e che invita a recuperare il rapporto con la natura, in primis, e poi con la storia. Una visita, infatti, merita anche il centro storico di Sangineto, fiancheggiato dal Sentiero, spesso trascurato a favore della più famosa e caotica zona Lido, meta di un intenso turismo estivo.
Il sentiero nel cuore di Thyella

Un sito antichissimo, aggrappato a un poggio di circa 300m nell’aera del Parco Nazionale del Pollino, che secondo alcune fonti corrisponderebbe addirittura a Thyella, antica città degli Enotri, ma il primo vero insediamento è attribuito a un gruppo di abitanti di Civitas, distrutta dai Longobardi nel 680.



Della sua lunghissima storia conserva ancora molte tracce, dalle grotte dei monaci basiliani alle costruzioni monumentali delle dominazioni normanna e angioina. Le più interessanti sono i ruderi del Castello, prima normanno poi angioino, utilizzato per il controllo della via del sale e della foce del torrente Sangineto, oggi sormontati da una croce metallica; la Chiesa di San Francesco di Paola, la Cappella di San Giuseppe e la Chiesa medievale di Santa Maria della Neve, che ospita al suo interno opere di un certo pregio.


Nel dedalo delle stradine e degli scalini, che si intrecciano e avviluppano l’impianto conico a gradonata dell’abitato, si spalancano, inoltre, vertiginosi panorami sui monti dell’Appennino e sulle valli del torrente, protesi verso il mare come punti d’osservazione privilegiati sui suggestivi tramonti della costa tirrenica.



Natura e storia, spazio e tempo, colori e suoni, luci e aromi mediterranei: sono queste le coordinate entro le quali la Calabria definisce se stessa e si promette a chi sa leggerne e apprezzarne i segni impressi anche nei suoi più remoti recessi. (Maria Cavallo)
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