Il tempo, misurato da un calabrese

Non tutti sanno che il calendario che regola la nostra vita quotidiana è opera di un calabrese. Luigi Lilio, nato a Cirò nel 1510, ideò una riforma tanto precisa da valere ancora dopo cinque secoli.
Fino al XVI secolo, il calendario giuliano – in vigore da oltre 1500 anni – aveva accumulato un errore che faceva slittare progressivamente l’equinozio di primavera. Nel 1500, l’allineamento astronomico era ormai saltato di circa dieci giorni, generando incertezze sulle stagioni e sulla data della Pasqua.
Lilio, medico, matematico e astronomo, propose una soluzione chiara: recuperare i giorni perduti e introdurre una nuova regola per gli anni bisestili. Il suo sistema prevedeva che gli anni secolari non fossero più bisestili, a meno che non fossero divisibili per 400. In questo modo, si ripristinava l’equilibrio tra il calendario e i cicli astronomici.

La proposta fu accolta da Papa Gregorio XIII e applicata ufficialmente nel 1582. Dieci giorni furono eliminati dal calendario, e nacque così il calendario gregoriano, ancora oggi utilizzato in quasi tutto il mondo.
Quel risultato straordinario fu raggiunto senza le conoscenze scientifiche che sarebbero arrivate solo qualche decennio più tardi, con Keplero, Galileo e Newton. Lilio non disponeva né di telescopi né di leggi fisiche moderne, ma riuscì comunque a definire un sistema ineccepibile.
La riforma gregoriana resta una delle più importanti conquiste del pensiero scientifico rinascimentale. La sua intuizione regola ancora oggi il modo in cui il mondo misura il tempo.
(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it