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Ismea, le opportunità per i giovani che vogliono coltivare in Calabria

Ismea, le opportunità per i giovani che vogliono coltivare in Calabria

E se fosse la volta buona? Se fosse quella giusta per acquisire un pezzetto di terra da coltivare, per realizzare qualcosa, magari un piccolo sogno di impresa che ancora non era stato possibile concretizzare?

In Calabria, il ritorno all’agricoltura – seppure non in grandi cifre – è già in corso da alcuni anni. A sceglierlo non sono soltanto i figli di agricoltori, ma anche giovani formati in altri campi – economisti, agronomi, designer, professionisti della comunicazione – che hanno deciso di investire competenze nuove in un settore che cambia e cresce. L’agricoltore è adesso un imprenditore che pianifica, diversifica, utilizza strumenti digitali e guarda alla sostenibilità come valore economico, oltre che ambientale.

Secondo i dati più recenti dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), in Calabria le aziende guidate da under 40 rappresentano circa l’8% del totale regionale, una quota superiore alla media nazionale. Dal 2018 al 2024 si registra un incremento di quasi il 9% nel numero di imprese agricole condotte da giovani, con un andamento costante e una maggiore concentrazione nelle province di Cosenza e Reggio Calabria. Settori come l’ortofrutta, il vitivinicolo, l’olivicolo e l’agricoltura biologica mostrano una crescita stabile, segno di una trasformazione che sta ridisegnando la mappa produttiva regionale.

Se non è un ritorno nostalgico alla terra, è molto probabilmente un processo che sta cambiando il modo di vivere l’agricoltura. Dai vigneti di Cirò alle serre del Marchesato, dai campi dell’Alto Ionio alle aree montane della Sila, si sperimentano colture di qualità, produzioni biologiche e attività complementari che mettono insieme accoglienza, trasformazione e tutela del paesaggio, restituendo un’immagine dinamica del lavoro nei campi.
A offrire una nuova occasione ai giovani che vogliono intraprendere questa strada è il bando pubblicato della Banca Nazionale delle Terre Agricole di Ismea, che mette a disposizione oltre 14.000 ettari in tutta Italia, con una quota rilevante di superfici in Calabria.

Ismea ha avviato la vendita di terreni per un valore complessivo a base d’asta di oltre 180 milioni di euro. Le manifestazioni di interesse potranno essere presentate fino al 19 novembre 2025 sul portale dell’Istituto, che consente di consultare la mappa dei lotti e la relativa documentazione tecnica. I terreni sono suddivisi in due categorie: quelli permanenti, disponibili tutto l’anno, e quelli periodici, per i quali l’offerta è possibile solo durante la finestra temporale attiva.

In Calabria, i lotti individuati coprono oltre 1.270 ettari, distribuiti in tutte le province: Cosenza con nove terreni per 552 ettari, Crotone con sette per 237, Catanzaro con quattro per quasi 85, Vibo Valentia con nove per circa 193 e Reggio Calabria con quattordici per più di 200 ettari. Le superfici messe a disposizione rispecchiano la varietà agricola del territorio, con aree vocate alla cerealicoltura e all’olivicoltura, piccoli appezzamenti destinati all’ortofrutta e terreni che si prestano alla conversione biologica o al recupero di colture tradizionali. Un’offerta che può favorire la nascita di nuove iniziative imprenditoriali e contribuire a valorizzare il potenziale agricolo locale.

Questa è un’ulteriore possibilità che si pone accanto alle politiche regionali elaborate negli ultimi mesi per favorire il ricambio generazionale in agricoltura. La Regione Calabria, con il bando Insediamento Giovani Agricoltori pubblicato a luglio 2025, ha messo a disposizione 40 milioni di euro per i giovani tra i 18 e i 40 anni, prevedendo contributi fino a 100 mila euro per chi intende avviare una nuova impresa o consolidare un’attività esistente. Al bando, ormai concluso, hanno partecipato oltre 560 giovani, un dato interessante che spiega una particolare attenzione al settore primario e alle opportunità offerte dai nuovi strumenti pubblici.

Le imprese nate negli ultimi anni raccontano le storie di giovani che hanno recuperato terreni di famiglia, acquistato o preso in affitto piccoli appezzamenti attraverso bandi pubblici, oppure scelto di unirsi in cooperative per condividere risorse e progetti. In molti casi si tratta di giovani che investono in un’agricoltura più consapevole, legata al territorio ma aperta all’innovazione. Tanti casi che mostrano una Calabria agricola che cresce fatta di impegno e di scelte, a volte controcorrente rispetto alle coltivazioni tradizionali.

C’è anche un aspetto più profondo in questo ritorno alla terra, che riguarda la qualità del vivere e del produrre. L’agricoltura contadina conserva la fertilità del suolo, l’acqua, la varietà delle colture e delle specie, insieme alle conoscenze e al lavoro che hanno un valore sociale e culturale, in contrapposizione all’agricoltura intensiva che tende a ridurre la diversità, quando opera come se fosse un’attività estrattiva.

Le motivazioni che spingono molti giovani verso l’agricoltura sono legate al riconoscimento del suo grande potenziale, il desiderio di vivere in modo più sostenibile, di connettere la produzione con le tecnologie più recenti e con nuovi modelli di consumo. C’è chi migliora la redditività grazie agli strumenti dell’agricoltura di precisione, chi amplia il proprio mercato attraverso il web e chi sceglie di ridurre le distanze tra produttore e consumatore. E l’agricoltura calabrese sembra muoversi dentro questo cambiamento.

di Daniela Malatacca (info@meravigliedicalabria.it)

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