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La “Cordata” a Diamante segno di condivisione del dolore di Cristo

La “Cordata” a Diamante segno di condivisione del dolore di Cristo

La corda come simbolo di condivisione, solidarietà ed unione. Ma anche un legame con la tradizione marinara che contraddistingue la gente che va per mare e da questa trae il sostentamento per se e per la propria famiglia. A Diamante quel simbolismo non poteva che entrare in simbiosi con il rito della passione e morte di Gesù. Da quella simbiosi nasce, in questo lembo del Tirreno cosentino, la denominazione di “cordata” per celebrare con una processione la passione di Cristo.

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I misteri del Venerdì Santo così a Diamante acquisiscono quel sapore di unicità, ma nella condivisione di un momento vissuto con grande intensità in tutta la Calabria. Qui fin dal primo pomeriggio – dopo la funzione religiosa uomini, donne e bambini in processione indossano le corone intrecciate con le spine di cedro o con i tralci di “sparacogna” e camminano uniti dalla “corda”.

Una processione devota che parte dalla chiesa dell’Immacolata Concezione per snodarsi poi lungo il borgo antico di Diamante per rientrare in serata nella stessa chiesa.
Durante la processione, si può sentire il suono di caratteristici strumenti di legno, chiamati “Tocca tocca”. Inoltre, i “Canti della Passione”, tramandati di generazione in generazione, vengono intonati da uomini e donne riuniti nei cori.
I Cantori si dividono in capannelli raccolti in circolo. I diversi Cori Polifonici intonano versi che si uniscono in un’unica voce che strazia il cuore. Di tutti, è il Pianto della Vergine a commuovere l’intera città. Già nel periodo quaresimale, si odono i cori della Passione, provare le voci, al di sotto degli spurt’, gli archi.


Si tratta di canti scritti in diamantese arcaico che racchiudono tutto il sentimento di dolore e di pentimento per la morte di Gesù. Voci e suoni che rendono identitario questo rito le cui origini si ritracciano nei “misteri” che poi vengono sviluppati, dopo il Concilio di Trento, in processioni in diversi paesi dell’Italia meridionale, della Spagna e non solo, e sono l’eredità di tale teatralità e religiosità medievale.

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Inoltre, si trovano riferimenti nell’iconografia del Cristo crocifisso con riferimenti nella scultura Medioevale, ma soprattutto in quella seicentesca dell’Italia meridionale esemplificata nelle opere di fra Umile da Petralia.

Le varette

Durante la Processione vengono portate diverse statue (varette) che rappresentano figure e momenti significativi della Passione di Cristo. Questa sacra rappresentazione si conclude al Calvario, con le figure di Cristo e dei ladroni che portano sulle spalle una pesante croce di legno, e le statue del Crocifisso, di Gesù Morto, di San Giovanni Evangelista e dell’Addolorata. Queste statue portate in spalla dai fedeli sono un elemento centrale della Processione del Venerdì Santo. Anche queste rappresentano la compartecipazione alle sofferenze patite da Cristo e così condivise.

info@meravigliedicalabria.it

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