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La leggenda di Cilla, amore e morte nel mare di San Lucido

La leggenda di Cilla, amore e morte nel mare di San Lucido

di Roberto De Santo

«Il tuo mare è amore anche quando, crudele e amaro ti ha straziato l’anima, il tuo mare è amore. Guarda in alto Cilla, non si pieghino mai le tue braccia di madre, il tuo volto fissi il sole sempre e per tutti noi». C’è l’amore ed il dolore in queste parole. La passione per il mare e per la famiglia. Ma anche la disperazione di quanto si è perduto.
La leggenda di Cilla a San Lucido è celebrata con questa iscrizione posta alla base della statua che la ritrae in uno degli affacci più belli della cittadina del Tirreno cosentino. Una leggenda che si tramanda da generazioni in questo angolo del territorio calabrese da sempre legato alla marineria e che narra del rapporto anche drammatico con il mare.

La leggenda

Un racconto di amore e morte quello che caratterizza la storia di Cilla. Una splendida ragazza che viveva a San Lucido. In un tempo non determinato, Cilla, figlia di un pescatore della cittadina rivieresca, si innamorò di Tuturo anch’egli pescatore del luogo. Nonostante conoscesse bene i pericoli che derivavano dall’andare per mare, giovine decise di andare in sposa al suo amato e da lui ebbe anche un figlio.
Una storia d’amore a lieto fine e coronata al meglio dunque, se non fosse che il fato decidesse un finale diverso. Tragico come la vita di chi affronta il mare per sostenere la famiglia. Si narra così che una notte, nonostante il mare non fosse nelle migliori condizioni, Tuturo uscì con la barca per pescare. C’era bisogno visto che le bocche da sfamare erano più di una. D’altronde era capitato altre volte visto che era un pescatore provetto. Ma quella volta la scelta si rivelò fatale.

Cilla passò invano l’intera notte ad attenderlo. Non vedendolo arrivare decise di gettarsi dalla rupe per cercarlo in mare, ma annegò. C’è anche chi ricorda che in realtà la donna scelse quella sorte dopo la morte del figlio anch’egli disperso in mare. Stando a quei racconti, si sostiene che nei giorni di tempesta a San Lucido si possano ancora udire le urla disperate di Cilla che invoca l’amore perduto.

panoramica - Meraviglie di Calabria - 6

Una storia straziante che rimanda alla dura vita dei pescatori calabresi di un tempo e della loro sfida quotidiana con il mare per riuscire a sfamare le loro famiglie. Una leggenda che diviene così storia del dolore collettivo celebrato a San Lucido con quella statua realizzata dallo scultore Salvatore Plastina e posta dieci anni addietro in piazzetta Miramare ai piedi della splendida fortezza dei Ruffo a San Lucido.

info@meravigliedicalabria.it

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