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La Madonna di Polsi «Madre che non fa discriminazione, che accoglie tutti»

La Madonna di Polsi «Madre che non fa discriminazione, che accoglie tutti»

Dal vescovo Oliva l’invito ad «aprirsi a persone e culture differenti nel segno del dialogo»

Per cinque mesi la diocesi ha camminato, pregato, cantato, fatto festa accompagnando la statua della Madonna di Polsi che ha attraversato tutti i paesi, anche quelli più sperduti, della Locride. Con la liturgia presieduta dal vescovo Francesco Oliva, si è concluso ad Africo uno dei momenti più significativi pensati per l’Anno mariano indetto dal presule locrese.

Un anno straordinario iniziato il 2 settembre nel cuore dell’Aspromonte, il giorno della festa di Polsi. Da ottobre, poi, la statua lignea (l’originale in sasso rimane conservata nel suo santuario) ha visitato le 73 parrocchie e i 19 santuari diocesani accolta ovunque con grande partecipazione di fedeli. È stata una sfida quella di voler accompagnare il cammino sinodale con il tentativo di rivedere e rilanciare sotto forme nuove la pietà popolare, come aveva auspicato Oliva negli “Orientamenti per un rinnovamento della devozione mariana” presentati con la lettera Nello stupore di tutto il creato.

È vero che qua e là resistono certe manifestazioni rasentanti il folclore, come scrive Giovanni Lucà su L’Avvenire, ma questa peregrinatio Mariae è stata vissuta come un vero momento di grazia: la recita del Rosario, l’adorazione eucaristica e le confessioni sono prevalse su tutto il resto. I fedeli, infatti, hanno compreso e accolto quanto detto dal vescovo Oliva: «Mettersi alla scuola di Maria è ricordare Cristo con lei, imparare Cristo con lei, conformarsi a Cristo con lei, supplicare Cristo con lei, annunciare Cristo con lei».

La visita della statua della Vergine ha portato alla gente conforto dopo il lungo e difficile periodo della pandemia e in questo tempo segnato dalla guerra che non sembra fermarsi, senza dimenticare il dramma dei migranti che lungo coste calabresi e della Locride cercano una via sicura. La tragedia di Cutro da un lato e, dall’altro, l’impegno quotidiano dei tantissimi volontari, con le Caritas parrocchiali in testa, mostrano quanto sia prezioso e fondamentale l’impegno di ognuno. E l’accoglienza si apprende guardando Maria «Madre che non fa discriminazione, che accoglie tutti», ha sottolineato Oliva.

E ha aggiunto che con Maria «la nostra terra ha imparato ad aprirsi al diverso, accogliendo persone e culture diverse. È divenuto un habitat aperto al dialogo e alla convivenza pacifica, ma anche alla sinodalità. Alla scuola di Maria impariamo a scoprire Gesù nel volto degli altri, nella loro voce, nelle loro richieste e a non camminare da soli». Apertura ed accoglienza che sanno andare ben oltre i problemi duri ad essere superati che persistono nella Locride: «La Vergine che ben conosce la nostra terra, le sue ferite e umiliazioni, le povertà e bellezze ci indica il cammino da seguire, senza nasconderne rischi e pericoli».

Il vescovo Oliva ha incoraggiato tutti. Questo cammino, come scrive Giovanni Lucà su L’Avvenire, deve fornire uno slancio nuovo e positivo; per la strada futura bisogna guardare con fiducia alla Madre di Dio che sostiene, incoraggia e guida. «Quando incertezze e paure sono all’orizzonte – ha detto – quando sembra di rimanere soli e il cammino si fa duro, possiamo sempre contare su Maria. E con coraggio e tanta speranza superare la notte oscura dei mali che ci rattristano».

Il simulacro della Madonna di Polsi inizierà la visita delle diocesi di Reggio Calabria-Bova e di Oppido-Palmi e la peregrinatio proseguirà fino a concludersi il 31 maggio con l’incoronazione della statua lignea a Bagnara Calabra.

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