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Lametus, quando la passione bussa alla porta di casa

Lametus, quando la passione bussa alla porta di casa

Non funziona che ci si alza al mattino e si dice: «Quasi quasi inizio a produrre birra». Quando si tratta di cibo, vino, birra, dietro ci sono sempre un incontro e una scintilla, un destino e una storia perché è proprio lì che accadono le cose più belle della vita: intorno ad una tavola.

È stato così per Niccolò Crapis, titolare del birrificio “Lametus Beer Co.” (e dal nome mi pare chiara la posizione geografica!). Era uno studente di ingegneria informatica quando i suoi genitori hanno ospitato a casa Maggie, una ragazza americana approdata in Calabria per uno scambio culturale: «È diventata come una sorella per me», racconta Niccolò. Una di famiglia al punto che pure l’anno dopo volò dagli States fino a Lamezia Terme (Cz) per trascorrere del tempo insieme ai Crapis. Con lei Joe, fidanzato e appassionato di birra. La produceva in casa e raccontava di luppoli e miscele. Non ci è voluto molto prima che Niccolò si appassionasse al mondo brassicolo. Nessun mare tra il dire e il fare: si è rimboccato le maniche e dato il via ai primi esperimenti casalinghi. Funzionavano, era buona ma l’homebrewing iniziava a stargli stretto così si è lasciato alle spalle la porta di casa e ha lasciato che la vita gli aprisse altri portoni. Quello del birrificio di Siderno, in primis, dove ha avuto l’opportunità di lavorare e poi il sogno americano. Sembrava che la birra dicesse “I want you” e allora Niccolò è volato oltreoceano alla scoperta di nuovi stili, produzioni e birrifici. Studiava teoria da autodidatta su testi di istituti d’istruzione americana e si faceva ossa e palato mettendo in pratica le competenze nelle aziende con cui collaborava in giro per il Paese. Poi il ritorno a casa e il lavoro da consulente per i birrifici che avviavano nuovi impianti. È nel 2019 che inizia a produrre come beer firm, vuol dire che non disponendo di un proprio impianto si appoggiava ad un’azienda che gli metteva a disposizione il necessario. Il 2021 è l’anno del passo decisivo: apre lo stabilimento di Lamezia e il resto è storia di un brand che, nel mondo delle birre artigianali, fa parlare di Calabria. Niccolò si occupa di tutta la filiera, dalla selezione di materie prime all’imbottigliamento: «Lametus è un one man army», dice ridendo!

Il boom delle birre artigianali

Il momento storico è positivo, spiega, nonostante qualche strascico post covid: «Il trend è in crescita soprattutto “giù” da noi dove la birra soltanto negli ultimi anni è entrata a pieno titolo nella ristorazione. Quando ho iniziato a produrre commercialmente e proponevo il prodotto, la mia era la prima birra artigianale che il locale metteva in carta. Adesso invece sono i ristoratori che cercano la birra artigianale da inserire come offerta».

Lametus nell’ultimo anno ha prodotto 50mila litri. Fiumi di schiuma per cinque stili che compongono la linea base dell’azienda a cui si aggiunge una stagionale che proviene da un piccolo luppoleto autoctono. «Per il resto della produzione – racconta Crapis – cerco il più possibile di utilizzare materie prime italiane ma ancora c’è poca varietà. Perciò per i malti compro principalmente da Inghilterra, Germania e Italia e per i luppoli dagli Stati Uniti, tranne che per gli stili tedeschi». Una volta selezionate le materie prime si passa alla combinazione dei vari ingredienti: «Nel processo di produzione – dice ancora Niccolò – c’è una parte più “scientifica” (valutare temperatura, ph, quantità di nutrienti) e una più artistica. È il lato culinario della faccenda ed è qui che intervengono fantasia e gusto personale». Niccolò produce solo ciò che ama bere: bevitore e birraio, insomma, vanno d’amore e d’accordo. È per le birre di pronta beva sebbene la sua preferita sia una scura molto complessa su cui ha scommesso e ha vinto perché da esperimento si è trasformata nel grande cavallo di battaglia del birrificio. Si tratta della Smoked Porter e, come le altre Lametus, prende il nome dallo stile. Poi ci sono: Keller Pils, Amber Ale, American IPA, Hoppy Saison e Luppolo Fresco (la stagionale di cui sopra).

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Come si abbina a tavola?

Adesso mettiamoci a tavola, proprio come all’inizio di questa storia: come abbinare gastronomicamente le birre Lametus? Il luppolo dà un sentore amaro e i lieviti contribuiscono all’acidità, spiega Niccolò. Sulla base di questa conoscenza si possono realizzare degli abbinamenti per contrasto o per concordanza. E allora: la Pils, chiara classica, si beve con carni bianche e verdure; l’Amber Ale, dai sentori caramellati, sposa salumi e formaggi; l’American IPA, amara e fruttata, fa il paio con una frittura di pesce grazie alla sensazione di amaro che sa ripulire il palato dall’untuosità; la Hoppy Saison, più alcolica, secca e dalla leggera acidità, accompagna bene il pesce; la Smoked è perfetta con il barbecue per la nota fumé e con i dolci grazie ai sentori di caffè e cioccolato.

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Ma lattina o bottiglia? This is the question. C’è un grande dibattito intorno. Lametus produce sia lattine che bottiglie e tendenzialmente predilige la bottiglia per le birre che promettono longevità o dalla lunga maturazione. «Le lattine non sono più mal viste come un tempo», aggiunge Niccolò. «Oggi è cambiata la prospettiva sia da un punto di vista logistico che ecologico: le lattine, infatti, sono più riciclabili, più leggere e quindi gravano meno sui trasporti». Meno chilometri ma tantissima strada fatta da Niccolò Crapis che, in una manciata di anni, ha visto riconoscere ai suoi prodotti anche importanti medaglie come il primo premio all’ultima edizione di “Beer Calabria”. Il birrificio, poi, è entrato nella “Guida alle Birre d’Italia” di Slow Food in cui sono menzionate la Smoked Porter, l’Amber Ale e la Pils come “birre imperdibili”.

Dagli States, la stanza delle spine

Niccolò è anche nella grande famiglia “Beer Stream”, l’associazione che promuove la cultura burraia: «È stato il ponte tra il mondo degli appassionati produttori casalinghi e i birrifici artigianali calabresi. Sono stato alunno e poi sono tornato da insegnante». La vita è un cerchio e tutto torna, pure le idee. Come quella della “Tap Room” diffusa negli Stati Uniti e portata a Lamezia Terme da Niccolò. Si tratta della “stanza delle spine”, un locale attiguo al birrificio diviso solo da una vetrata in cui nel fine settimana si propongono eventi con musica live e degustazioni. Il prossimo 25 aprile, ad esempio, porte aperte in birrificio per una giornata all’insegna dell’artigianalità, del gusto e della liberazione! Per le classiche visite, invece, è sufficiente prenotare e lasciarsi guidare da Niccolò. La birra è un mondo da scoprire, una nuova lingua da imparare. E da Lametus parla calabrese.

di Rachele Grandinetti

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