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L’officina della tradizione: dai “curtellari” di Pedace al Made in Italy di TaSa

L’officina della tradizione: dai “curtellari” di Pedace al Made in Italy di TaSa

Far conoscere la tradizione presilana, e in particolare casalina, della lavorazione di coltelli. È il desiderio di Salvatore Tarantino, artigiano 40enne di Casali del Manco, che ha rispolverato l’antica arte della forgiatura e dell’incisione nella sua bottega di località Macchia di Spezzano Piccolo. La TaSa è l’unica azienda in Calabria che ad oggi produce artigianalmente coltelli, e non solo. Salvatore lavora acciaio, rame, argento, ottone, legno, cuoio e stoffe, realizzando oggettistica per cucina, caccia, pesca e outdoor, articoli di design, taglia sigari, porta sigari, borse porta coltelli: tutti pezzi unici, realizzati a mano, di alta qualità e personalizzabili. Questo mestiere Salvatore se l’è creato da solo: è partito dalla sua passione, i bonsai, iniziando a studiare come realizzare gli utensili necessari per questa pratica, in particolare coltelli e innaffiatoi incisi a mano. Da subito molto apprezzato dagli esperti di settore, ha creato il suo logo (tre pini che rappresentano la Sila Grande, Piccola e Greca, il lupo della Sila e la luna) ed un blog con le foto dei suoi manufatti: ha fatto subito colpo sui giapponesi, cultori del bonsaismo, che sono volati in Italia per girare delle riprese nella sua bottega e lo hanno invitato nel loro Paese, facendogli conoscere alcuni dei più importanti maestri artigiani nipponici (per loro ha realizzato delle opere e ha restaurato antichi utensili). “In Giappone – dice – mi è scattata la scintilla dei coltelli. Rientrato a Casali ho iniziato a produrli, partendo da quelli da cucina. Consapevole della tradizione dei “curtellari” di Pedace, ho iniziato a fare delle ricerche e ho scoperto che in Calabria, prima e dopo l’Unità d’Italia, operavano numerosi ‘forgiari’, fabbri, dediti soprattutto alla realizzazione di posate e di coltelli da caccia e da difesa”.

Dagli scritti di Vincenzo Padula, Salvatore ha appreso che nella zona dei Casali, ai tempi, vi erano almeno 40 coltellai in attività. Queste informazioni sono state confermate e ampliate dallo studioso di storia locale Peppino Curcio che, nei registri del plebiscito del 1860, ha scoperto ben 80 nomi di fabbri e coltellai (alcuni dei quali con la qualifica di artista) attivi nei Casali presilani di Pedace e Serra Pedace. “Dalle mie ricerche ho appreso che nel periodo del Regno delle due Sicilie, la produzione della nostra regione, grazie anche alla presenza delle Reali Ferriere della Mongiana, era la più prestigiosa, e che l’acciaio prodotto veniva utilizzato per lo più nell’area presilana e in particolare a Pedace, chiamata da Padula ‘la Toledo del Regno delle due Sicilie’, per la produzione di coltelleria e attrezzi come scalpelli, sgorbie e forbici”.

Salvatore ha poi scoperto dei coltelli realizzati tra il 1700 e 1860 proprio in “stile calabrese” e ha iniziato a dedicarsi ad uno studio più approfondito sulla forgiatura dei coltelli, dando vita alla sua ricercata produzione. La svolta, però, è arrivata quando suo nonno paterno, originario di Pedace, dopo anni di silenzio, gli ha mostrato un antico coltello, risalente ai primi dell’800, regalatogli da suo nonno, gelosamente custodito. Anzi, nascosto. “Chi possedeva un coltello come questo – spiega – se ne guardava bene dal dirlo, perché in passato questi oggetti erano collegati al brigantaggio e si rischiava la fucilazione, in Presila c’era una forte repressione. Il coltello, dunque, in Calabria e soprattutto nel nostro territorio era un vero e proprio simbolo di resistenza”.

Tutti possedevano un coltello, spiega Salvatore (che nel frattempo ne ha recuperato altri, regalatigli da anziani di Casali del Manco, in particolare uno del 1700 da Serra Pedace, o datigli in prestito, per essere restaurati ed analizzati), molti riportano simbologie importanti e quelli appartenuti a benestanti sono fatti di materiali preziosi, con intarsi in oro o argento, ed incisioni molto particolari. “Il mio intento – dice – è quello di far conoscere a tutti le tecniche di queste lavorazioni, fatte da maestri orafi e artigiani. Ho pensato di proporre la storia della mia piccola realtà per porre l’attenzione sull’artigianato calabrese. Oggi porto i coltelli antichi e quelli che realizzo io in giro per fiere e mostre di settore in tutta Italia (vendendo prevalentemente tramite e-commerce ad appassionati escursionisti, chef professionisti, collezionisti di tutto il mondo) per abbattere i vecchi tabù e per far capire alla gente che si tratta di elementi della nostra identità, storia e tradizione”. Lo testimonia, ad esempio, la “curtella” del costume brigantesco: la produzione di questi coltelli, prevalentemente fissi ma anche piccoli e a serramanico, spesso destinati alle donne, risale certamente al periodo borbonico, durante il quale i Re di Napoli, nelle Serre calabresi, riuscirono a sviluppare una fiorente industria siderurgica, fondata sulla valorizzazione delle attività artigianali preesistenti.

Ricerche storiche e racconti sulle tradizioni artigianali casaline, tramandate a Salvatore anche dal nonno, descrivono una realtà di notevole produzione di coltelleria, anche personalizzata, che veniva venduta in tutto il regno. “Sto cercando di recuperare i coltelli e le storie, per realizzare un catalogo – ha detto – Per fortuna c’è un tipo di turismo, sempre più diffuso, che oltre all’enogastronomia e ai paesaggi, è interessato a conoscere la storia e le tradizioni dei luoghi e Casali del Manco racchiude tutte queste cose”. Salvatore vorrebbe inoltre formare i giovani locali, anche per avere una ricaduta economica ed occupazionale sul territorio. Intanto, ha realizzato tre coltelli che raccontano della tradizione calabrese, per lo chef stellato Antonio Biafora, ne ha creato uno dedicato a suo nonno “a Capurale” ed un altro al lago Arvo, utilizzando corni di bufalo e di montone e ciliegio presilano.

Tradizione artigiana da non disperdere

“La promozione delle nostre tradizioni – ha commentato il Sindaco di Casali del Manco Francesca Pisani – è una delle priorità di questa amministrazione. La storia e la produzione di Salvatore Tarantino, artigiano totalmente autodidatta, meritano il supporto delle istituzioni, al fine di far conoscere questo patrimonio di cultura ed arte, in primis ai cittadini casalini e poi oltre i confini del nostro territorio, anche al fine di intercettare flussi turistici importanti, che apprezzino la ricchezza dei nostri luoghi”. Il primo cittadino ha spiegato che oggi si sta lavorando ad un progetto esecutivo, avviato con la precedente amministrazione, finalizzato a recuperare e ridare vita all’antico museo delle arti e dei mestieri di località Cribari: “Abbiamo acceso un mutuo di 500.000 euro – ha detto Pisani – per creare un accogliente e moderno spazio espositivo con un bellissimo giardino pensile, una parte del quale sarà certamente destinata ai coltelli antichi, elementi caratteristici dell’identità presilana. Il Comune, inoltre, lavorerà anche in sinergia con la Regione per programmare e realizzare attività di promozione mirate a dare visibilità a tutto ciò che, come i coltelli antichi, racconta della storia e della cultura di Casali del Manco”.

info@meravigliedicalabria.it

salvatore tarantinosindaco - Meraviglie di Calabria - 18
Il Sindaco Francesca Pisani e Salvatore Tasa
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