Maierà, antica città di accoglienza e fascino

di Roberto De Santo
Vanta una storia antica Maierà, il piccolo borgo incastonato nelle alture del Tirreno cosentino. Una storia che proietta questo centro – nel cuore del Parco del Pollino – in un’epoca remota delle cui origini certe non si ha certezza. A partire dal toponimo. Due le scuole principali di pensiero sull’etimologia di quel nome. Una prima ritiene che Maierà (per alcuni Majerà) derivi dal μάχαιρας (makhairas, arma da taglio o coltello).


Un’ipotesi avvalorata dalla circostanza che tra le rocce che sovrastano la Riviera dei Cedri, trovarono rifugio i monaci basiliani in fuga dalla furia iconoclasta che imperversava dalla prima metà del secolo VIII l’impero bizantino. Religiosi che parlavano greco e che avrebbero potuto indicare questo luogo con quell’appellativo. Ad ipotizzare questa origine fu lo studioso Francesco Antonio Vanni e giustificate dallo storico Pablito Sandolo. «La teoria del Vanni – scrisse – troverebbe conferma nella conformazione increspata delle rocce di Maierà, che ricordano quella di lame o di spade, meraviglie naturali che ancora oggi si possono osservare».
Le origini ebraiche
Ma c’è chi sostiene, viceversa, che la denominazione deriverebbe dall’ebraico מְעָרָה (mə’ārāh, grotta). Tra questi il professor Orazio Campagna, storico locale che per anni studiò in modo approfondito le vicende di questa cittadina pubblicando anche due volumi. Stando a questa teoria così la cittadina risalirebbe all’arrivo in questa zona degli ebrei in fuga da Gerusalemme dopo la sua distruzione ad opera dell’esercito romano all’epoca dell’imperatore Tito. Le cavità naturali o grotte da cui deriverebbe il nome potrebbero essere quelle poste lungo il torrente Vaccuta. Qui trovarono rifugio altre popolazioni provenienti da altre parti del mediterraneo ma anche del Medio Oriente a seguito delle incursioni arabe e persiane.
La vocazione dell’accoglienza
Città di accoglienza comunque si voglia dare seguito alle due teorie che restituiscono in pieno l’orgoglio di un territorio che allarga le braccia a quanti nei millenni si sono trovati in difficoltà e qui hanno rinvenuto le possibilità di riniziare una nuova stagione della propria vita.


Le prime tracce storiche dell’abitato – e dunque certe – risalgono all’epoca a cavallo tra il VI ed il VII secolo. Sono riferibili a un sito religioso dei monaci basiliani. Dunque in quell’epoca Maierà non doveva essere popolata visto che quei religiosi prediligevano la realizzazione dei loro romitori in luoghi distanti dai centri perché rendevano più consoni alle meditazioni. Così edificavano nei pressi di grotte o cavità naturali che divenivano i primi luoghi per realizzare le loro celle autonome.
I vari passaggi tra famiglie
Dall’XI secolo poi si ebbero notizie del primo abitato sorto sotto il castello che dominava il centro tirrenico. Secondo gli storici, il primo dei feudatari nel 1152 fu un barone (un certo Roberto). La città poi passo di secoli in secoli in mani diverse. Nel XIII secolo fu sotto la famiglia Matera che fece costruire la Chiesa Madre, mentre nel 1329 divenne feudatario Ruggiero Sanbiase. Per poi passare nel XVI secolo sotto il casato dei Loria. A loro si deve la realizzazione del Palazzo Ducale e l’ampliamento della Chiesa di Santa Maria del Piano.

Successivamente la città andò nelle mani prima dei Perrone, poi ai Guerra, e nel 1666 divenne feudo di Francesco Carafa. In quell’epoca Mairà si trasformerà in Ducato.
Gli ultimi feudatari del centro che domina la costa tirrenica cosentina furono i Catalano-Gonzaga che detennero il potere fino al 1806 quando con l’arrivo dei francesi decadde il sistema feudatario.


Successivamente Maierà venne accorpata a Cirella fino a quando la località si separò per unirsi al comune di Diamante.
Passaggi che dimostrano quando questa località fosse ambita essendo ritenuta strategica e che hanno lasciato tracce importanti nella cittadina. Testimonianze che è possibile ancora oggi riscontrare visitando i luoghi della cittadina.
Una storia antica che rende per questo unico una escursione in questa località piena di fascino.
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