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Scolacium, una meraviglia di parco archeologico

Scolacium, una meraviglia di parco archeologico

Arrivati a Scolacium, Skylletion durante i fasti magnogreci, a Roccelletta di Borgia in provincia di Catanzaro, ci si ritrova immersi in un parco tra ulivi secolari e monumentali resti di una basilica normanna, ma si intuisce subito che – a queste latitudini – la storia racconta di potenze e ricchezze, di greci e romani.

Tra gli ulivi di Scolacium, simbolo iconico della cultura mediterranea, della pace e dell’incontro di popoli, lingue e tradizioni, un nome latino conserva i suoi influssi greci e racconta le tracce della dominazione bizantina. Un luogo di cui innamorarsi, da visitare almeno una volta se vi trovate in Calabria, che accorpa alla meravigliosa tradizione olearia di un uliveto secolare, la bellezza dei resti archeologici di una cultura che rappresenta lo spirito di questi luoghi e la continua ricerca identitaria a cui tendere nel presente per costruire il futuro. Se non hai mai passeggiato sulla stessa terra calpestata dai greci, romani e bizantini ti consigliamo di rimediare al più presto, potrai quasi sentire la loro voce, percepire la loro grandezza e innamorarti anche tu di una terra tutta da scoprire e valorizzare, dalla quale non allontanarsi ma che al contrario è sempre più capace di attirare turisti da ogni dove.

Nell’area archeologica è presente anche una domus, un impianto termale, un anfiteatro, ed un teatro sul pendio di una collina, luoghi simbolo della vita pubblica romana. E in quest’area gli scavi hanno restituito anche importanti reperti esposti nel polo museale, il monumentale braccio di bronzo, per esempio, fatto acquisire al patrimonio statale da Paolo Orsi nel 1910 e ancora statue e ritratti in marmo, testimonianze autentiche della vita della Calabria in età romana.

«Per la sua posizione strategica sul mare ha avuto grande importanza all’interno degli equilibri della Magna Graecia, trovandosi tra Crotone e Locri Epizefiri, che si contendevano il primato dei commerci marittimi. In un primo momento legata a Crotone, passò poi sotto la dominazione di Locri. La città fu coinvolta anche nella Guerra del Peloponneso ed ebbe un ruolo non solo nelle vicende magno greche, ma anche in un contesto più ampio che riguardava tutto il mondo greco.I romani recuperarono la città per la sua posizione strategica e la trasformarono, l’imperatore Nerva la ribattezzò colonia Minerva Nervia Augusta Scolacium. La città prosperò in ricchezza in epoca romana e vide anche la nascita di Cassiodoro uno dei più importanti autori della tarda romanità e decisivo per il recupero della cultura antica negli anni di decadenza».

Da Scolacium a Catanzaro, seguendo le tracce normanne in Calabria

Seguendo le tracce normanne in Calabria, dalla vicina Borgia arriviamo ora a Catanzaro, al Complesso Monumentale del San Giovanni – polo culturale tra i più importanti per la presenza di venti sale espositive disposte su due piani – un tempo un Castello normanno costruito da Roberto il Guiscardo.

Il Complesso del San Giovanni costituisce un luogo simbolico per la Città di Catanzaro, alla quale conferisce un tratto urbanistico e identitario distintivo, e rappresenta, secondo il Ministero dei Beni Culturali, uno «fra i più importanti dell’Italia Meridionale grazie alla suggestività del luogo e all’ampiezza dei restaurati spazi espositivi». Dalle sue fortificazioni si gode, per completare questo incredibile quadro di bellezza, di una vista d’eccezione dall’alto della città che si osserva arrivare dolcemente fino al mare.

Passeggiando per le vie del centro cittadino, è possibile ammirare il “tesoro sotterraneo” delle gallerie segrete del San Giovanni di Catanzaro, che «raccontano della dominazione normanna, di fughe rocambolesche, di prigionieri e preghiere».

«Le gallerie sono state oggetto di lavori, ma sono ora aperte al pubblico per la visita, «Le grotte sotterranee, recentemente restaurate, erano non soltanto un comodo passaggio per la nobiltà che aveva così modo di raggiungere i luoghi di preghiera agevolmente dai propri palazzi, ma furono anche utilizzate dalle guarnigioni dei soldati nei momenti in cui gli assedi alla città non lasciarono altra via d’uscita».

info@meravigliedicalabria.it
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