Le pipe di Grenci, capolavori d’artigianato calabrese

Oggi la nostra attenzione è fortemente richiamata dai numeri di un’economia che è vissuta ed interpretata quasi sempre e solo su scala mondiale; il mercato, gli indici di Borsa, le interazioni commerciali tra continenti, gli scambi sono gli argomenti portati in dono dalla globalizzazione e dalla tendenza a standardizzare lavoro e produzioni. E’ un sistema che va spesso in crisi e causa un diffuso senso di insicurezza; negli ultimi anni sempre più studi ed analisi economiche e sociali testimoniano però come nel complesso mondo della produzione vi siano settori che non solo resistono più facilmente ma hanno in sè le caratteristiche per uno stabile e duraturo sviluppo. Uno di questi è l’artigianato.
Il “saper fare con le mani” unisce e fonde elementi che non possono essere sostitute integralmente dalla meccanizzazione, la manualità, l’ingegno, la creatività unita ad aspetti identitari sono veri e propri fattori della produzione.
“Le capacità dell’artigiano di scavare in profondità si situano al polo opposto di una società moderna che preferisce la superficialità, la formazione veloce ed il sapere superficiale.” (Richard Sennett, London School of Economics, “L’uomo artigiano”)
Oggi la cultura artigiana è l’unica in grado di combinare passato e futuro, tradizione ed innovazione in un percorso produttivo il cui valore è straordinario soprattutto in contesti economicamente deboli e lontani dalle grandi organizzazioni commerciali del Centro-Nord Europa. Come ad esempio la Calabria, nei suoi piccoli e piccolissimi centri dove, sorprendentemente, è facile scoprire grandi sapienze artigiane. Brognaturo, tipico esempio di quella Calabria inaccessibile descritta dai viaggiatori del Grand Tour, è un piccolo centro immerso nell’affascinante natura delle Serre calabresi e con uno stupefacente patrimonio ambientale; qui le risorse forestali hanno consentito la nascita, lo sviluppo e l’affermazione di una vera e propria arte. L’arte è quella di immaginare e modellare le pipe, accessori la cui raffinatezza è ormai nota in tutto il mondo.

La materia prima è fornita dalla radica calabrese, l’Erica Arborea, le cui caratteristiche sostanziali la rendono la migliore al mondo nella costruzione delle pipe; la tradizione a Brognaturo è legata ad un nome e ad una attività agropastorale. Il nome è quello di Domenico Grenci la cui famiglia da più di quattro decenni e ben tre generazioni intaglia e realizza autentici capolavori seguendo fedelmente i vecchi metodi di lavorazione. L’attività è invece è quella dei pastori che proprio durante il lento scorrere dei giorni e con la preziosa disponibilità di legno pregiato hanno, nel corso dei decenni, affinato l’arte di dell’intaglio per realizzare attrezzi ed oggetti di uso quotidiano.
Ancora oggi le pipe di Brognaturo, prodotto di elite, vengono realizzate artigianalmente seguendo un procedimento che richiede tempo, passione e perizia, la materia prima è il “ciocco”, una protuberanza dell’Erica Arborea che viene estirpata a mano e trasformata in placca. Successivamente, per eliminare il tannino dal legno, le placche vengono bollite in caldaie rigorosamente di rame, poi l’essicazione naturale ed infine, con il legno ancora parzialmente umido viene avviata la lavorazione vera e propria di quella che sarà la pipa.
“Tre capacità fondamentali stanno alla base della perizia tecnica: la capacità di localizzare i problemi, di porsi domande su di essi e la capacità di “aprirli”. Che significa dare concretezza alle questioni, riflettere sulle loro qualità, ampliarne il senso.” (Richard Sennett, London School of Economics, “L’uomo artigiano”)
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