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Più nidi di Caretta caretta in Italia. 147 in Calabria, ma servono tutele

Più nidi di Caretta caretta in Italia. 147 in Calabria, ma servono tutele

Accesso a nuove spiagge, comportamenti riproduttivi più flessibili e una distribuzione geografica in rapida espansione: è la risposta della tartaruga marina Caretta caretta all’innalzamento delle temperature nel Mediterraneo. Lo segnala Legambiente, che nel 2024 ha censito 601 nidi lungo le coste italiane, il numero più alto di sempre. Tra le regioni interessate, la Calabria registra 147 nidi, seconda solo alla Sicilia (190), seguita da Campania (104) e Puglia (99).

Le dinamiche climatiche nel Mediterraneo

Il fenomeno è legato al riscaldamento del bacino mediterraneo, che ha registrato un aumento medio delle temperature di +1,4 °C rispetto all’epoca preindustriale, un valore superiore di circa 0,25 °C rispetto alla media globale. Il Mediterraneo è tra i bacini che si stanno scaldando più rapidamente al mondo, con un incremento medio di +0,4 °C per decennio, e le proiezioni fino al 2100 indicano un aumento compreso tra +1,8 °C e +3,5 °C rispetto al periodo 1961‑1990. Questi elementi supportano la correlazione tra riscaldamento e aumento dei nidi nel Mediterraneo occidentale.

Evoluzione dei comportamenti riproduttivi

Tradizionalmente le tartarughe marine tornano a nidificare negli stessi luoghi di nascita – comportamento noto come nest‑site fidelity – ma oggi si osserva una relaxation of nest‑site fidelity, ovvero una minore rigidità nella scelta del sito di deposizione, che consente l’esplorazione di habitat nuovi. Questa evoluzione suggerisce una capacità adattativa superiore a quanto ritenuto in passato e apre nuove prospettive per le strategie di conservazione.

La risposta sul campo con il progetto LIFE Turtlenest

Il progetto europeo LIFE Turtlenest, coordinato da Legambiente con la Stazione Zoologica di Napoli, interviene per proteggere i nidi e favorire l’adattamento della specie. Le attività includono sorveglianza delle spiagge, messa in sicurezza dei nidi, sensibilizzazione pubblica, cartellonistica informativa e illuminazione a basso impatto. Vengono inoltre coinvolte le comunità e le istituzioni locali tramite la rete dei “Comuni e Lidi amici delle tartarughe marine”.

Un modello di tutela condiviso

«I dati scientifici parlano chiaro – commenta Stefano Di Marco, coordinatore dell’Ufficio Progetti di Legambiente e project manager del LIFE Turtlenestle tartarughe marine nel bacino mediterraneo stanno progressivamente spostando la loro area di nidificazione sempre più a ovest e sempre più a nord. È un trend inequivocabile, che impone di attrezzarci per tempo. Per tutelare efficacemente le nuove aree di nidificazione serve un’alleanza solida: la comunità scientifica deve raccogliere e valorizzare i dati, le associazioni ambientaliste devono proteggere i nidi coinvolgendo i cittadini, le amministrazioni locali e le regioni devono garantire la tutela di queste aree e gli operatori turistici – nella consapevolezza che la presenza delle tartarughe marine rappresenta oltre che una ricchezza in termini di biodiversità anche una risorsa dal punto di vista socio economico – devono lavorare adottando pratiche sostenibili. Ognuno ha quindi responsabilità precise. Con il progetto Life Turtlenest stiamo costruendo questo modello di collaborazione, e i primi risultati sul campo sono già molto incoraggianti».

(Da.Ma.) info@meravigliedicalabria.it

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