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Sul red carpet di “Wine in Venice” vince Cantine Statti. A tu per tu col produttore

Sul red carpet di “Wine in Venice” vince Cantine Statti. A tu per tu col produttore

Ci sono le calli, i ponticelli, i gabbiani che sorvolano i battelli e i portoni delle case che danno sul mare: sì, è Venezia ed è sempre una magia. Passeggiare in laguna ti trasporta in un’altra dimensione fatta di water-taxi e gondolieri con le magliette a strisce bianche e blu e il panama di paglia col nastrino rosso. È in questo teatro che è andato in scena Wine in Venice, il red carpet del vino italiano. L’evento, alla seconda edizione, premia le cantine che si sono distinte quanto a innovazione, etica e sostenibilità. Così, nella Scuola Grande della Misericordia, produttori, addetti ai lavori e appassionati si sono dati appuntamento dal 20 al 23 gennaio per condividere calici e riflessioni grazie ad una sala allestita ad hoc per la degustazione e al piano superiore del palazzo destinato ai talk e alle masterclass.
Sono quei momenti in cui un calice diventa molto più di un calice: diventa incontro e narrazione di una storia, una famiglia, una tradizione, un sogno. La narrazione di una vita. E poi non solo vino perché in alcuni momenti di confronto, il vino si è fatto occasione per discutere di femminicidio e libertà, ambiente e opportunità.

𝘼𝙣𝙙 𝙩𝙝𝙚 𝙬𝙞𝙣𝙣𝙚𝙧 𝙞𝙨…

Al piano di sotto, il tappeto rosso faceva da spartiacque tra i venti banchi degustazione delle regioni premiate. In Calabria, quest’anno, la medaglia d’oro è andata a Cantine Statti, l’azienda in provincia di Catanzaro che lavora nel segno dell’economia green e circolare. E poi è un posto bellissimo: terrazze che affacciano sulle vigne che guardano il mar lonio, giardini con limonaie e una bottaia che fa sognare ad occhi aperti, una nicchia dopo l’altra.
La premiazione ha avuto il sapore della notte degli Oscar, in puro stile “and the winner is”. Alla “c” di Calabria al premio è stata data questa motivazione: «Statti rappresenta un first mover nel movimento del vino calabrese. In particolare, ha il merito di aver fatto conoscere al mondo il territorio di Lamezia Terme. La cantina porta avanti un’economia sociale e sostenibile facendosi veicolo di cultura e promozione turistica con uno sguardo sempre attento alla didattica, alla formazione e all’occupazione dei giovani. Da segnalare l’impegno nel contenimento dell’impronta carbonica oltre alla propensione a fare rete anche attraverso investimenti congiunti con altre imprese».
Abbiamo parlato con Antonio Statti che, insieme al fratello Alberto, tiene le redini della cantina nata nel 1784 come azienda agricola. Il resto è storia di una famiglia che, una generazione dopo l’altra, ha dato un contributo, un input, un segnale di innovazione.

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Antonio e Alberto Statti, i titolari della storica cantina lametina

Cosa significa per Cantine Statti portare alto lo stendardo della sostenibilità con il premio Wine in Venice?
«È stata una grande opportunità per promuovere una realtà come la nostra che, in questi anni, ha incentivato occupazione e servizi sul territorio e che, soprattutto, ha sviluppato una crescita costante garantita dallo sviluppo di progetti di investimento. L’innovatività del nostro percorso non risiede esclusivamente nella efficiente gestione delle risorse naturali e di quelle comuni (suolo, acqua, forza lavoro), ma nella costruzione di una comunità in seno alla quale l’elemento aggregante non è la mera opportunità economica quanto, piuttosto, la capacità di saper vivere bene. E questo è un grande successo non solo per noi, ma per tutto il nostro territorio».

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𝗤𝘂𝗮𝗹 è 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗮𝗹 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗱𝗲𝗴𝘂𝘀𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗖𝗮𝗹𝗮𝗯𝗿𝗶𝗮?
«Tutti i vini presentati, Mantonico, Batasarro, Gaglioppo e la nostra DOC Lamezia, sono stati accolti con grande interesse. Sono etichette che rappresentano bene il nostro territorio ed esprimono al meglio la tipicità attraverso le note comuni di eleganza e piacevolezza. Hanno conquistato davvero i gusti dei presenti».

Pensa che stia crescendo l’interesse del consumatore rispetto al vino calabrese?
«Sicuramente esiste un ritorno di interesse diffuso alle tipicità territoriali. Il vino calabrese, grazie alla sua storia millenaria nella produzione del vino, ha una tradizione e un bagaglio culturale nel mondo vitivinicolo che le permette di dare profondità al racconto della sua produzione. La nostra cantina, in particolare, si trova nella piana di Lamezia Terme, lungo le coste dell’antico fiume Amato, che è una delle zone agricole più antiche della Calabria e vede la sua origine culturale nei primissimi anni dello stabilimento delle colonie della Magna Grecia. È una delle tenute più antiche della Calabria, dove storia ed innovazione vanno di pari passo».

È di pochi giorni fa l’udienza privata del papa organizzata dalla Curia di Verona insieme a Vinitaly. E hanno già fatto il giro del mondo le parole del pontefice che celebra il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale come doni di Dio: «Non dimentichiamo – ha detto Bergoglio – che il Creatore ha affidato il vino a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà perché ne facciamo una vera fonte di gioia per il cuore dell’uomo, di ogni uomo».
Wine in Venice, in fondo, celebra questo: la sensibilità imprenditoriale e la gioia che trabocca da calici e bicchieri. Ed è stato bello, anche quest’anno, fare parte dei banchi degustazione e del cuore delle migliaia di persone che si sono fermate al corner Calabria per condividere questo dono. (Rachele Grandinetti)

info@meravigliedicalabria.it

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