Trent’anni di Parco Nazionale del Pollino: c’è ancora da celebrare per raccontare

Quella del 15 novembre 1993 è la data di nascita del Parco Nazionale del Pollino. Una realtà naturalistica che sorprende per estensione e paesaggio, che custodisce un vero e proprio patrimonio territoriale, che è il racconto distintivo di specie animali e vegetali, di ciò che diventa tradizione. Il Parco Nazionale del Pollino, ha compiuto 30 anni, è definito da una bellezza senza tempo. Ne fornisce un profilo sia storico che naturalistico Stefano Ardito che dalla rivista Montagna Tv approfondisce il trentennale del Pollino. Quella del Parco Nazionale del Pollino– si legge nell’articolo- “è un’area protetta che con i suoi 192.565 ettari è la più vasta d’Italia (la seguono il Cilento-Vallo di Diano e il Gran Sasso-Laga), che interessa due Regioni (Basilicata e Calabria), tre Province (Cosenza, Matera e Potenza) e ben 82 Comuni. La sede dell’Ente Parco è a Rotonda, sul versante lucano. Oltre al massiccio del Pollino e della Serra Dolcedorme, che con i suoi 2266 metri è la vetta più alta, fanno parte del Parco il Monte Alpi di Latronico, in Basilicata, le selvagge vette dell’Orsomarso in Calabria, e ampie zone collinari affacciate sul Tirreno e sullo Jonio. Grazie al Parco, vengono tutelati monumenti di naturali come il canyon del Raganello e la valle del Lao, migliaia di ettari di rigogliose faggete, l’intero areale del pino loricato, una conifera dalla forma bizzarra e contorta che cresce nelle aree più rocciose e più impervie. Qualche anno prima, ai piedi della Serra delle Ciavole, erano stati individuati due esemplari di pini loricati vicini ai 1.000 anni di età”.


La geografia prosegue con uno sguardo importante a “chi” abita l’ambiente: “Nel Parco, dal momento della sua istituzione, vivono il lupo, l’aquila reale, il capriolo, lo scoiattolo meridionale (dal pelame molto scuro), il gufo reale e il microscopico driomio calabrese, un roditore presente solo su poche montagne del Sud. Negli anni successivi verrà reintrodotto l’avvoltoio grifone e sarà confermata la presenza della lontra nei fiumi”.


Il Parco è anche un viaggio esperienziale: “Grazie al Parco, negli anni, si rilanciano sapori e prodotti del territorio, nasce una rete di centri visitatori e musei, cresce l’afflusso verso siti storici straordinari come la Grotta del Romito, presso Papasidero, dove il graffito di un “bos primigenius” è tra i capolavori dell’arte preistorica europea. Partono i progetti a tutela della cultura degli “Arbëreshë”, i discendenti degli albanesi immigrati tra il Quattro e il Cinquecento, durante l’invasione turca dei Balcani”. Nuovi itinerari da scoprire, e tanti modi per percorrerli: “Tra gli escursionisti, già da anni, sono famosi i sentieri che salgono al Pollino, alla Serra del Prete e al Dolcedorme, e dopo il 1993 iniziano a essere frequentati anche i massicci meno noti. La creazione di una rete di sentieri segnati è più recente. Oltre all’escursionismo a piedi si sviluppano quelli in mountain-bike e a cavallo, lo scialpinismo e le ciaspole, l’alpinismo invernale, la discesa dei canyon e il rafting sulle acque del Lao. La speleologia, come racconterà nel 2021 il film “Il buco” di Michelangelo Frammartino, è praticata da decenni. Il titolo di Geoparco dell’UNESCO, che si aggiunge da qualche anno a quello di Parco nazionale, conferma la bellezza e l’interesse scientifico di grotte, canyon e altre formazioni rocciose.



Grazie all’afflusso di visitatori, in decine di Comuni del Parco, iniziano a lavorare guide escursionistiche e strutture ricettive, e si rilanciano molte aziende agricole. Se si pensa che, pochi decenni prima, una società dello Stato come la INSUD aveva lanciato il progetto di “Pollinia”, un enorme carosello di piste da sci e di impianti in gran parte sul versante lucano, il balzo in avanti è impressionante”. I primi trent’anni del Parco Nazionale del Pollino sono stati celebrati con una importante manifestazione, un incontro a più voci che ha messo in mostra le immagini più significative di quest’area protetta. I festeggiamenti del trentennale proseguono, con una manifestazione prevista per il prossimo 4 dicembre e che si terrà a Roma negli spazi della Società Geografica Italiana.
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