Un ristorante, museo e biblioteca con al centro la tradizione grecanica di Cardeto

“Chi viene a visitare la Calabria deve volerlo davvero fortemente”, sorride Marcello Manti, titolare insieme a Giovanna Quattrone di un ristorante – il Tipico Calabrese – che è anche un museo, una biblioteca e molto altro. Come riportato da l’Italia che Cambia, quello di Marcello è un sorriso tipico calabrese: “Siamo riusciti a creare economia sul territorio”, nonostante tutto.
Ci troviamo a Cardeto all’interno delle Città Metropolitana di Reggio Calabria, sulla strada che porta dal “Chilometro più bello d’Italia” nel meraviglioso ed autentico Aspromonte, una tappa obbligata del nostro viaggio è proprio qui al Tipico Calabrese. Sì perché, in questo caso, viaggio assume un valore davvero importante che si lega alla storia personale di Marcello – rientrato nella sua terra d’origine dopo anni di studio e lavoro fuori dalla Calabria – e di molti calabresi, tanto da poterlo definire una delle tante sfaccettature della calabresità. Per Marcello il viaggio in giro per il mondo si è tradotto in un ritorno, che lo ha visto disfare le valigie per dedicarsi anima e corpo alla realizzazione del suo sogno, quello di valorizzare il territorio attraverso retaggi e testimonianze, dalla buona cucina alla musica, dagli attrezzi tradizionali ai libri che raccontano il territorio di Cartedo e la grecità di Calabria.


Marcello e Giovanna – fondatori di Tipico Calabrese e compagni di vita – intervistati dall’Italia che Cambia hanno evidenziato come rientrare in Calabria sia stata per Marcello una scelta difficile, resa però possibile grazie alla vittoria di un progetto europeo per la valorizzazione e il recupero dell’artigianato tipico calabrese, quando lo ha vinto – ha ricordato Marcello ai microfoni dell’Italia che Cambia – il suo datore di lavoro dell’epoca gli ha chiesto: «E adesso che fai?». «Faccio le valigie», ha risposto Marcello. «Noi calabresi siamo bravi a fare e rifare le valigie, siamo un popolo in fuga». Al suo rientro in Calabria, la voglia di rivivere in prima persona il “suo territorio” si fa sentire forte con tutto il suo coinvolgimento e Marcello inizia a riflettere incontrando ceramisti, tessitori e ramaioli, capendo che: “Era difficile riuscire a creare economia solo con l’artigianato tipico. Quindi mi sono rivolto anche all’enogastronomia», un connubio ardito, innovativo, contro corrente e inaspettato, del quale Cardeto e l’immagine di una Calabria positiva e in movimento avevano bisogno.
Il Tipico Calabrese, un ristorante, museo e biblioteca con al centro la tradizione grecanica di Cardeto
Un unico posto, non uno dei tanti non-luoghi spersonalizzati del finto pluralismo della globalizzazione, identitario e volto alla valorizzazione del territorio, delle sue culture, saperi antichi e maestranze locali, che hanno visto nei secoli sviluppare eccellenti forme di artigianato dalla tessitura, alle ceramiche, agli antichi canti popolari che accompagnavano le giornate di lavoro nei campi; tutto questo e molto altro da scoprire in prima persona è il Tipico Calabrese. Quale nome più adatto per restituire quanto di calabrese e peculiare ci sia in uno dei tanti meravigliosi scorci di bellezza sui territori di Calabria che, se valorizzati, costituiscono un enorme potenziale da promuovere non solo a livello locale ma internazionale.



Entrando in questo scrigno di cultura e gastronomia è possibile leggere dei libri, ascoltare musica attraverso la raccolta di discografica su un affascinante e vintage giradischi, oltre ad osservare una piccola valigia di cartone, ancora intatta e piena di attrezzi da barbiere: pettini, lame e pennelli di ogni tipo. Valigia e attrezzi artigianali (di qualsiasi tipo siano) due oggetti ma anche e soprattutto due immagini potentissime, simbolo iconico di quel viaggio che accompagna da secoli molti calabresi e che ha portato Marcello a realizzare i suoi sogni e dell’operosità di una straordinaria regione che quando crede in se stesse e nelle proprie potenzialità, può regalare peculiari epifanie di bellezza uniche ed universali come questa realtà.
Oggi il Tipico calabrese è indicato nelle migliori guide turistiche, è stato più volte premiato da Slow Food ed è anche entrato nella classifica mondiale di TasteAtlas, con un punteggio di 4,8 su 5. Dal 2009 a oggi sono passati più di dieci anni, una pandemia e molti riconoscimenti. «Credo di poter dire che la scommessa è stata vinta» ha concluso Marcello.
info@meravigliedicalabria.it
Foto di copertina del profilo Facebook di Tipico Calabrese
Articolo sviluppato a partire dall’intervista svolta da Italia che Cambia a Marcello Manti