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Antonio Renda fotografo, tra le sue dita un patrimonio per ricordare

Antonio Renda fotografo, tra le sue dita un patrimonio per ricordare

«Il fotoritocco è nato con la fotografia stessa. Negli anni della grande emigrazione verso gli Stati Uniti, le famiglie vennero riunite attraverso la tecnica fotografica. Il capofamiglia spediva una sua immagine che veniva collocata tra i suoi cari. Fotomontaggi imperfetti e preziosi. Oggi, si usano i computer, si cambiano luci e colori, ma il concetto di base è rimasto invariato: la fotografia è un mezzo di comunicazione che rende possibile anche l’impossibile». Antonio Renda – il cui ritratto professionale è stato pubblicato da Corriere della Sera – è di Tiriolo, ed è un fotografo di antica fattura.

Non ha ancora abbandonato né la macchina manuale né il rullino, né la camera oscura né la stampa in bianco e nero. Tra le sue dita scorrono pellicole e vetrini risalenti a oltre cento anni fa, «un patrimonio che di giorno in giorno si sta sbiadendo e da salvare», dice lui. In quattro decadi di carriera ha collezionato circa centomila immagini antiche e ne ha realizzato un milione sulla realtà della Calabria e del Sud Italia di oggi: paesaggi, tradizioni popolari e opere d’arte. Gli scatti contenuti nella sua fototeca raccontano una cultura antica, appresa sui libri e in tanti viaggi nei luoghi più remoti della Calabria.

Foto di Archivio storico fotografico della Calabria

In foto di copertina Antonio Renda

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